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di Arianna Petricone, Martina Ramella Gal
Il sito seriale «I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)» è iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 25 giugno 2011 [1]. Comprende le più significative testimonianze monumentali longobarde esistenti su tutto il territorio italiano, laddove si estendevano i domini dei più importanti Ducati Longobardi. I Beni compresi nel Sito sono, ognuno per la propria tipologia, il modello più significativo o meglio conservato tra le numerose testimonianze diffuse sul territorio nazionale e rispecchiano l’universalità della cultura longobarda nel momento del suo apice. Ne fanno parte: l’area della Gastaldaga e il complesso episcopale a Cividale del Friuli (UD); l’area monumentale con il Monastero di San Salvatore - Santa Giulia a Brescia; il Castrum con la Torre di Torba e la Chiesa di Santa Maria Foris Portas a Torba e a Castelseprio (VA); la Basilica di San Salvatore a Spoleto (PG); il Tempietto del Clitunno a Campello sul Clitunno (PG); il Complesso di Santa Sofia a Benevento e il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo (FG). ![]()
di Maria Rosaria Iacono
“La cosa più abbondante sulla terra è il paesaggio” José Saramago, Una terra chiamata Alentejo Paesaggio, Conoscenza, Tutela Tra i compiti statutari di Italia Nostra fin dalla sua fondazione c’è “il proposito di suscitare un più vivo interesse per i problemi inerenti la conservazione del paesaggio, dei monumenti e del carattere ambientale delle città, specialmente in rapporto allo sviluppo dell’urbanistica recente” [1]. ![]()
![]() di Antonio Ciaschi Il libro in recensione nasce a seguito di un confronto tra studiosi di varie discipline organizzato lo scorso 6 dicembre 2018 in occasione dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale. In questi ultimi decenni le politiche di valorizzazione di queste preziose testimonianze del passato sono state centrali nelle politiche di sviluppo dell’Unione Europea con un duplice fine: da una parte si è incoraggiata l’affermazione di una identità rispettosa delle singole diversità culturali che compongono il mosaico geopolitico continentale e dall’altra si sono potuti innescare virtuosi processi di sviluppo territoriale, come ad esempio il turismo culturale. ![]()
di Luigi De Falco
Italia Nostra, in una recente audizione alla 13esima Commissione del Senato, dedicata al tema “Territorio, ambiente e beni ambientali”, ha ribadito ai senatori presenti alcuni concetti fondamentali che riguardano la gestione del territorio e le criticità irrisolte della pianificazione paesaggistica. Luigi De Falco, urbanista e vicepresidente dell’associazione, ha ricordato che, ancora oggi, la stragrande maggioranza delle regioni italiane risultano prive dei Piani Paesaggistici o hanno piani redatti dalle sole regioni, cioè senza accordo Stato/Regione e quindi non conformi alle prescrizioni del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. di Patrizia Asproni
Con l'intenzione di studiare un modello sostenibile, il sistema culturale a guida Mibact ha scelto coraggiosamente di guardarsi allo specchio, dando vita ad un percorso condiviso con la convocazione degli Stati Generali delle Imprese Creative e Culturali. Se il format è noto, la formula "impresa" esige (ed è questo il primo obiettivo) il più elevato grado possibile di concretezza, non esaurendo la sua funzione nella stimolazione del dibattito, ma puntando piuttosto a diventare design di strategie realmente integrate. di Rossella Del Prete
“si perdoni a un povero studioso di storia questo grido di artista!” «La ricerca storica è per me uno spazio di gioia e di passione intellettuale. Provo sempre un brivido prima di entrare in un archivio o in una biblioteca: cosa troverò? […] Che fortuna aver potuto leggere tante storie interessanti, alcune divertenti, altre da far gelare il sangue, alcune sorprendenti, altre familiari…» [N. Zemon Davis, La passione della storia, 2007, p. 174]. di Lucrezia Delli Veneri
In un momento storico in cui i beni culturali sembrano essere appannaggio esclusivo di esperti di diritto, economia, marketing, l’attenzione rigorosamente e storicamente strutturata di Andrea Ragusa, storico dell’età contemporanea, al patrimonio culturale ed ambientale italiano, solleva un problema di cui mi sento di condividere l’assoluta gravità: la presenza cioè di un largo stuolo di umanisti (storici dell’arte, dell’economia, del sociale, ma anche archeologi, musicologi, ecc) rimasti tagliati fuori o – peggio – totalmente disinteressatisi a un contesto che, invece, dovrebbe loro forse appartenere di diritto. Quarant’anni fa, nel 1957, Luciano Bianciardi pubblicava Il lavoro culturale, per i tipi dell’Universale Economica Feltrinelli.
Bianciardi era ben noto al pubblico dell’intellighenzia militante di quegli anni, per la sua intensa attività culturale, svolta nell’ottica di un impegno civile e politico già profuso in altri suoi libri. Ne Il Lavoro culturale l’Autore affidava uno dei primi resoconti critici della generazione del dopoguerra a due personaggi, opposti quanto complementari: Luciano Bianchi, calciatore mancato e antifascista, ed il fratello Marcello, intellettuale militante di provincia. di Claudio Bocci e Silvia Cacciatore
Le imprese culturali giocano un ruolo fondamentale all’interno della società, in quanto riflettono l’identità culturale di un Paese, nella misura in cui i prodotti che offrono rispecchiano gli abitanti di quel Paese e tutti i loro costumi, valori, contraddizioni e aspirazioni […]. Le imprese culturali aprono una finestra sul mondo […] e rappresentano una forza economica importante in virtù dei posti di lavoro che creano e del loro contributo al Prodotto interno lordo della Nazione. François Colbert, Marketing delle arti e della cultura (2009) |
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Gennaio 2021
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