di Maria Sirago
Le feste religiose La festa di San Giovanni Battista Anche in alcune feste religiose il mare era presente. Una delle feste più sentite era quella di San Giovanni Battista, il 24 giugno, celebrata nella chiesa di San Giovanni a mare, nei pressi di quella di Sant’Eligio, al Mercato, prospiciente il mare (ancora esistente ma molto malandata)[88]. La chiesa era stata fondata in epoca normanna dai cavalieri gerosolimitani (poi di Malta) con un ospedale annesso per curare i feriti che tornavano dalla Terra Santa. Poi nel 1336 era stata ampliata da Giovan Battista Carafa. Nella notte di San Giovanni i napoletani di entrambi i sessi celebravano le feste in suo onore immergendosi nel mare nudi cantando salmi, un bagno purificatore e propiziatorio, quasi “battesimale”, che si richiamava ad antichi riti pagani celebrati nel solstizio d’estate: l’uso era ricordato nella anonima Storia dei cient’anne arreto stampata a Napoli nel 1789 da Giuseppe Maria Porcelli e attribuita al napoletano Velardiniello vissuto nel XVI secolo, autore di villanelle e altri componimenti in dialetto napoletano, capostipite di poeti popolari e cantastorie della città partenopea [89]. Anche Benedetto di Falco a metà Cinquecento raccontava che la vigilia di San Giovanni vi “era una antica usanza, hoggi non al tutto lasciata, che …. verso la sera e’scuro del di, tutti, huomini e donne, andare al mare, e nudi lavarsi, persuasi purgarsi de’ loro peccati, alla foggia de gli antichi, che peccando andavano al Tevere a lavarsi, e come san Giovanbattista per la lavation ne ammaestra”, una usanza raccontata anche da Petrarca che aveva visto molti “Alemani” bagnarsi nel Reno con la stessa finalità [90].
di Marina Caterina Magnani
Incontro Chiara Voliani nel suo laboratorio atelier in Toscana, a San Giuliano Terme, fra il mare e i monti pisani. È una grande stanza dove domina il rosso: dal divano, al pavimento veneziano, al biocamino alla parete. Luminosissima, una finestra enorme. Al centro sopra e intorno a un grande tavolo i suoi gioielli scultura, che si incastonano negli arredi industriali e nei ripiani in legno. «A me piacciono le cose vissute» mi dice Chiara «questa è la mia casa, non potevo lavorare in un posto che non fosse proprio mio».
di Alberto Tanturri Una tendenza ravvisabile in molti studi di storia della scuola comparsi di recente è quella di privilegiare un approccio microanalitico inteso ad analizzare singole realtà scolastiche, illustrandone aspetti strutturali, meccanismi funzionali e modalità operative. Questa tipologia di indagine risulta tuttavia sterile o insufficiente a lumeggiare le caratteristiche generali dei sistemi educativi, e le dinamiche evolutive che ne hanno contrassegnato la storia. Sono pertanto particolarmente benvenute iniziative editoriali come quella qui in esame, che inserendo in un quadro comparativo l’analisi di istituti, segmenti e comparti dell’istruzione nell’Italia degli ultimi due secoli, consentono di percepirne con maggior evidenza linee di sviluppo, apparati normativo-istituzionali e contesti di riferimento. Nel caso specifico, inoltre, fra i trenta autori che hanno contribuito al volume (due terzi dei quali di sesso femminile, a conferma della indiscussa maggiore sensibilità delle donne per questo tema storiografico) compaiono alcuni fra i più importanti nomi della ricerca nel settore, spesso con anni di indagini sul campo alle spalle.
di Ferruccio Diozzi e Paolo Mandato
Nel secolo XIX si sviluppò fino a un livello stravagante il criterio che, per brevità, possiamo chiamare del tornaconto finanziario, come test per valutare l’opportunità di intraprendere un’iniziativa sia privata che pubblica. Ogni manifestazione vitale fu trasformata in una sorta di parodia dell’incubo del contabile. Invece di utilizzare l’immenso incremento delle risorse materiali e tecniche per costruire la città delle meraviglie, si crearono i bassifondi; e si pensò che fosse giusto e ragionevole farlo perché questi, secondo il criterio dell’impresa privata, “fruttavano”, mentre la città delle meraviglie sarebbe stata, si pensava, un atto di follia che avrebbe, nell’imbecille linguaggio di stile finanziario, ipotecato il futuro [John M. Keynes, 1933]. I nostri trisavoli vivevano in media 400mila ore e ne spendevano 100mila nel lavoro; la vita media delle prossime generazioni supererà le 700mila ore di cui appena 50mila saranno dedicate al lavoro. Dunque la vita postmoderna non sarà centrata sul lavoro ma sul tempo libero. Domenico De Masi, 2021.
di Stefano de Nichilo
1. Introduzione Nell'era della trasformazione digitale, i big data hanno assunto un ruolo cruciale nel cambiare i viaggi globali e nel fornire sfide e opportunità significative alle aziende affermate, così come ai nuovi operatori del settore turistico. Tutte queste aziende possono ottenere informazioni preziose sui Big Data per prevedere la domanda turistica, consentire un migliore processo decisionale, gestire i flussi di conoscenza e l'interazione con i clienti e fornire il miglior servizio in modo più efficiente ed efficace [de Villiers, Rinaldi e Unerman, 2014].
di Alba La Marra
Tenebre: catacomba o mare aperto? Volti velati, corpi di argilla nera. I contorni sono sfumati, la nebbia del limite ammanta tutto e costringe a guardare oltre, tra un aldilà rassicurante e un aldiquà che fa rabbrividire. È un buio che rivela. Sì, ma cosa?
di Luigi Ferraiuolo
«I vini di questa contrada sono eccellenti così bianchi come rossi, e sono de’ migliori del Regno, così per loro qualità, e natura, come per la grata sensazione che risvegliano nel palato. Vanno sotto il nome di Pallarelli, e sono stimatissimi ne’ pranzi».
di Maria Venuso Lunedì 12 luglio 2021 si è tenuta online (ed è ancora disponibile sulla pagina Facebook @Kinetès - Arte.Cultura.Ricerca.Impresa) la presentazione della nuova collana editoriale della Kinetès Edizioni, dal titolo «Pagine di Danza». Una sfida importante e coraggiosa per dare nuova luce agli studi di settore, in un momento in cui l’arte del movimento soffre di più per i limiti imposti dalla situazione pandemica (limiti che hanno tuttavia permesso nuove ricerche nella gestione dello spazio e delle relazioni tra i corpi, ma questa è un’altra storia…). Il comitato scientifico della collana è costituito da Roberta Albano, Silvia Carandini, Eugenia Casini Ropa, Doug Fullington, Madison Sowell, Maria Venuso.
di Paolina Baruchello
Negli ultimi anni il Centro per il libro e la lettura si è dedicato, tra le altre cose, a sperimentare e promuovere i Patti per la lettura, fino ad arrivare, quest'anno, alla pubblicazione del “Manifesto dei Patti per la lettura” che ne sintetizza e spiega i punti principali. I Patti per la lettura fin dall’inizio hanno fatto parte di una sperimentazione che ha dato prova di essere vincente. Accordi di governance che mirano a creare una rete tra le diverse realtà che si occupano di promozione della lettura su un determinato territorio, nacquero all'interno di In Vitro - progetto sperimentale del Centro per il libro dedicato alla primissima infanzia, ormai concluso nel 2015 - in cui si mettevano in atto Patti locali a livello provinciale e, in un caso, regionale. Nel corso del progetto fu subito evidente che un investimento sulle relazioni e sulle competenze creava un ambiente favorevole allo sviluppo della lettura e aumentava quindi la percentuale di lettori. Seguendo tale principio, nel 2015 fu stipulato il primo Patto cittadino a Milano.
di Fulvia Signani
Premessa Il progetto “Circolo di Comunità Le Pioppine” di Filo si ispira alle nuove forme di aggregazione sociale di spazi condivisi e mutuo aiuto, quali le multifactory (di tipo produttivo), gli empori solidali, le cooperative e i cantieri di comunità [1], che tendono ad aggregare più attività diverse, delineando cluster, "grappoli" di offerte di servizi utili all’animazione e al benessere delle comunità. L’idea nasce circa 15 anni fa, con la scelta di acquistare un’abitazione decisamente più ampia rispetto alle necessità di una famiglia composta all’epoca da quattro persone. Negli anni si sono avvicendate e sedimentate diverse idee progettuali, favorite dalle esperienze maturate dalla proprietaria, la cui formazione di psicologa di comunità aiuta ad estendere il concetto e le azioni per il benessere collettivo anche a forme artistiche comunitarie e di psicologa “gender-sensitive”, approccio che favorisce il considerare quanto i fattori sesso e genere influiscano nella salute e nelle relazioni di tutti noi [2]. Quest’ultimo tema, tra l’altro, è in linea con quanto previsto dall’Agenda 2030 dell’ONU e dalle istanze più aggiornate del W203 a presidenza italiana e terminato nel luglio 2021. Questi orientamenti aggiunti a curiosità ambientali ed artistiche - nel frattempo un’intensa attività di scrittura creativa ha visto la nascita dell’Associazione culturale “Pennuti e Contenti”, di cui parleremo estesamente - hanno poi arricchito l’ideazione progettuale di azioni nuove. |
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Gennaio 2023
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