di Rossella Del Prete Un’occasione importante quella organizzata a Roma dal MIBACT lo scorso febbraio: per la prima volta nella storia italiana, si è tenuta una giornata degli Stati Generali delle Imprese Culturali e Creative allo scopo di rafforzare le sinergie tra patrimonio culturale e settore produttivo. Tutto è nato da una call lanciata dal MIBACT che chiamava a raccolta le imprese (quelle “profit”, non quelle “no profit”!!![1]) per accompagnarle nella redazione di migliori business plan per il settore culturale e creativo. Di fatto, la ragione principale di tale convocazione stava nella necessità di divulgare meglio il bando Invitalia Cultura Crea, cercando di fare il punto della situazione sul suo andamento e di capire come affinare gli strumenti di finanziamento in favore delle imprese culturali messi a disposizione dal PON Cultura. di Patrizia Asproni
Con l'intenzione di studiare un modello sostenibile, il sistema culturale a guida Mibact ha scelto coraggiosamente di guardarsi allo specchio, dando vita ad un percorso condiviso con la convocazione degli Stati Generali delle Imprese Creative e Culturali. Se il format è noto, la formula "impresa" esige (ed è questo il primo obiettivo) il più elevato grado possibile di concretezza, non esaurendo la sua funzione nella stimolazione del dibattito, ma puntando piuttosto a diventare design di strategie realmente integrate. Quarant’anni fa, nel 1957, Luciano Bianciardi pubblicava Il lavoro culturale, per i tipi dell’Universale Economica Feltrinelli.
Bianciardi era ben noto al pubblico dell’intellighenzia militante di quegli anni, per la sua intensa attività culturale, svolta nell’ottica di un impegno civile e politico già profuso in altri suoi libri. Ne Il Lavoro culturale l’Autore affidava uno dei primi resoconti critici della generazione del dopoguerra a due personaggi, opposti quanto complementari: Luciano Bianchi, calciatore mancato e antifascista, ed il fratello Marcello, intellettuale militante di provincia. di Claudio Bocci e Silvia Cacciatore
Le imprese culturali giocano un ruolo fondamentale all’interno della società, in quanto riflettono l’identità culturale di un Paese, nella misura in cui i prodotti che offrono rispecchiano gli abitanti di quel Paese e tutti i loro costumi, valori, contraddizioni e aspirazioni […]. Le imprese culturali aprono una finestra sul mondo […] e rappresentano una forza economica importante in virtù dei posti di lavoro che creano e del loro contributo al Prodotto interno lordo della Nazione. François Colbert, Marketing delle arti e della cultura (2009) |
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