di Rossella Del Prete
“si perdoni a un povero studioso di storia questo grido di artista!” «La ricerca storica è per me uno spazio di gioia e di passione intellettuale. Provo sempre un brivido prima di entrare in un archivio o in una biblioteca: cosa troverò? […] Che fortuna aver potuto leggere tante storie interessanti, alcune divertenti, altre da far gelare il sangue, alcune sorprendenti, altre familiari…» [N. Zemon Davis, La passione della storia, 2007, p. 174]. di Maria Venuso
Il convegno internazionale di Studi Danza e ballo a Napoli: un dialogo con l’Europa (1806-1861), promosso e organizzato dall’Associazione Italiana per la Ricerca sulla Danza (AIRDanza) e dal Centro di Musica antica Fondazione Pietà de’ Turchini di Napoli dal 9 all’11 novembre 2017, in collaborazione con prestigiose Istituzioni napoletane quali l’Archivio di Stato, la Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III”, l’Università Suor Orsola Benincasa, il Teatro di San Carlo (MeMus), ha costituito una nuova importante tappa per la valorizzazione del patrimonio coreografico e musicale napoletano, ma ancor più italiano. di Antonio Mastrogiacomo
Un lessico musicale, anche se modesto per proporzioni e per intenti, è lo strumento e il compagno inseparabile del musicista professionista. Apprendere e insegnare l'arte [...] è comunque impensabile senza possedere i rudimenti di una terminologia che serva da mezzo di comunicazione. E la terminologia in sé include i concetti opposti di distinzione e affinità, delle differenze e delle somiglianze. Nascono così la classificazione e il sistema. [Sachs, 1979, p. 221] INTRODUZIONE Il contributo propone una riflessione sull'impiego della scrittura quale medium per l'organizzazione dei suoni. Solo indagando il corso della scrittura musicale è possibile infatti documentare il percorso verso l'acquisizione del suono nella sua totalità di informazione acustica. Se nella parte centrale del testo vengono passate in rassegna diverse forme di scrittura musicale, il contributo si conclude con una considerazione sulle possibilità di manipolare i suoni fuori dal suono, accresciute grazie alle acquisizioni dovute alle nuove tecnologie. Questa pratica si è resa disponibile anche al non professionista, chiamato a relazionarsi con l’organizzazione dei suoni nella scrittura grazie alla codificazione dell’informazione acustica a mezzo della sua rappresentazione che garantisce l’apertura di un campo di gioco dapprima sconosciuto. PAESAGGIO, PATRIMONIO CULTURALE E TURISMO. LA IX EDIZIONE DELLA SUMMER SCHOOL "EMILIO SERENI".30/10/2017
di Rossano Pazzagli
Ormai da un decennio la Summer School intitolata a Emilio Sereni e organizzata dall’Istituto Alcide Cervi costituisce un punto d’incontro fra ricerca, scuola e governo del territorio. Un luogo dove studiosi, docenti, studenti, amministratori pubblici, agenti territoriali e operatori pubblici e privati possono incontrarsi e interrogarsi sull’efficacia sociale e politica della ricerca sul paesaggio, sui modi della sua tutela e valorizzazione, sulle tecniche e sulle strategie per il suo insegnamento, sul rapporto che occorre promuovere fra cittadinanza e patrimonio culturale. Si tratta di una delle più significative esperienze formative sul paesaggio, che richiama studiosi afferenti a diverse discipline e operatori impegnati nei diversi campi della scuola e della formazione, dell’amministrazione pubblica, dei musei, dei parchi e dell’associazionismo. L'edizione di quest'anno, dal titolo “Paesaggio, patrimonio culturale e turismo”, si è posta l’obiettivo di esaminare le dinamiche del paesaggio, dei territori rurali e dei beni culturali in esso contenuti, finalizzate a percorsi di conoscenza, tutela e valorizzazione, in particolare tramite le varie forme di turismo e di integrazione con l’agricoltura. Nell’orizzonte della crisi del modello industriale, nelle inquietudini della post-modernità e della questione ambientale, tra i sentimenti di impotenza e di ineluttabilità che avvolgono il nostro tempo, questa scuola si occupa del mondo rurale e aspira a essere una spinta per il ritorno al territorio e alle vocazioni autentiche del nostro Paese. PAESAGGI CULTURALI NEL TERRITORIO DI BENEVENTO. L'ESPERIENZA DI ANCIENT APPIA LANDSCAPES.30/10/2017
di Alfonso Santoriello
LA RICOSTRUZIONE DEL PAESAGGIO ANTICO E IL POTENZIALE ARCHEOLOGICO Il progetto Ancient Appia Landscapes nell’area di Benevento si pone l'obiettivo di dimostrare le potenzialità legate a percorsi di promozione e condivisione della conoscenza, finalizzate alla valorizzazione delle risorse culturali ed economiche del territorio e in particolare del mondo rurale. Un punto di forza è stata la fondamentale collaborazione e condivisione di obiettivi tra la Soprintendenza Belle Arti, Archeologia e Paesaggio delle Province di Caserta e Benevento, il Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell'Università degli Studi di Salerno e il Laboratorio di Archeologia “M. Napoli”. Tale rapporto ha permesso il conseguimento di due dei principali obiettivi: la realizzazione della carta archeologica e del potenziale della città di Benevento e l’elaborazione dell’ipotesi di funzionamento del tracciato dell'Appia antica e delle dinamiche insediative nel territorio a sud della città [Santoriello, 2014, pp. 257-265; Santoriello, Rossi, 2016, pp. 1-11; Santoriello, Rossi, Rossi, 2016, pp.150-160]. di Camilla Barberini
La strategia complessiva, per governare un territorio come quello dell’Italia meridionale, dovrebbe essere globalmente orientata a perseguire innovazione, originalità, ricerca scientifica e tecnologica: queste sono le leve dello sviluppo economico, sociale e culturale. Ciò vale soprattutto per le aree interne del Mezzogiorno, un tempo definite di «osso» a causa della loro forte marginalità economica. È quanto emerge da questo volume che costituisce un punto di arrivo, ma ancor più un nuovo punto di partenza, di un lungo e articolato percorso di ricerche, sperimentazioni, dibattiti e innumerevoli occasioni di confronto scientifico avviato da Futuridea, associazione per l’innovazione utile e sostenibile, nata a Benevento nel maggio 2008, con la precisa finalità di promuovere ed attuare una strategia di sviluppo eco-sostenibile. di Giovanna Ceniccola
Nel considerare il paesaggio come un «insieme di elementi e di processi che si collocano in un determinato territorio, pensati non come singoli oggetti ma come parti di un sistema interconnesso» [Tosco 2009, p. 5], è possibile distinguere un paesaggio soggettivo da uno oggettivo: se il primo è il frutto di elaborazioni personali di un contesto ambientale, il secondo è legato maggiormente all’ambito geografico [Tosco 2009, p. 4]. Il paesaggio "soggettivo" è legato alla sensibilità e alle emozioni individuali mentre quello "oggettivo" può essere campo di indagini scientifiche, sebbene è evidente come sia necessario interpretare entrambe le dimensioni per poter comprendere i valori del paesaggio. Se per il primo ambito il ruolo svolto dalla rappresentazione artistica con l’iconografia e la pittura appare essenziale, per studiare i caratteri del paesaggio "oggettivo" è necessario conoscerne le componenti quali «rimanenze del passato che testimoniano l’assetto di antichi paesaggi» [Tosco 2009, p. 5]. Si indagano, dunque, sia le permanenze naturali sia quelle legate all’antropizzazione del territorio nel corso del tempo e conservate in maniera più o meno evidente. Un territorio che si eleva a paesaggio si identifica come il luogo in cui sono riconoscibili plurimi valori di carattere estetico, ambientale, sociale, economico oltre che storico-culturale, legati tra loro da interconnessioni in equilibrio che lo rendono unico. Seguendo tali indicazioni di metodo, la ricerca ha mosso i suoi passi verso la conoscenza del paesaggio dell’area sannita della Valle Telesina a ridosso della parte bassa del fiume Calore, compresa nei territori di Guardia Sanframondi, San Lorenzo Maggiore e per una porzione di Solopaca e Castelvenere, che si presenta come un territorio in cui ben sono riconoscibili valori naturali oltre che plurimi segni legati all’antropizzazione dei luoghi, tali da creare un paesaggio, appunto, riconoscibile e identificativo. di Aldo Colucciello
La comunità di Guardia Sanframondi è il frutto di una lunga esperienza di un paese votato ad un’economia essenzialmente agricola in cui i valori socio-economici di fondo rilevano il dato che in questa comunità ogni sette anni si svolge, nel corso della festa dell'Assunta, una processione durante la quale centinaia di penitenti si flagellano a sangue in onore dalla Vergine. Negli ultimi anni si sono succedute rappresentazioni e descrizioni prevalentemente esterne ed impressionistiche che, oltre a suscitare la reazione indignata degli abitanti di Guardia, hanno sottolineato l'eccezionalità del Rito Settennale. Volendo assistere al rituale religioso-popolare, ma non giungervi impreparati ed estranei, volevo conoscere le modalità attraverso le quali esso si estrinseca e conoscere anche tutto il contesto socio-economico e culturale entro il quale è nato e si è mantenuto, cercando di tentare di comprendere la funzione che esso continua a svolgere in questo orizzonte culturale. Ciò imponeva delle scelte metodologiche adeguate, che non si potevano analizzare soltanto durante il periodo della festa. È stato dunque necessario inserire tale periodo di flusso temporale nell'intero anno in corso, recandomi sul campo a più riprese e quasi con una cadenza settimanale. di Lucrezia Delli Veneri
Il volume è frutto di una visione multidisciplinare cui hanno contribuito storici, geografi, sociologi, demografi, giuristi, economisti, agronomi, forestali e architetti, che costituiscono il nucleo di studiosi del Centro ArIA (Centro di Ricerca per le Aree Interne e gli Appennini) istituito presso l’Università del Molise e inaugurato a Campobasso, il 22 aprile 2016, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. di Augusto Ciuffetti
Nei giorni 9 e 10 novembre si è svolto a Perugia l’incontro di studi “Storia e aree interne. Percorsi di ricerca interdisciplinari”, organizzato dal Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Perugia e dall’associazione RESpro-Rete di storici per i paesaggi della produzione, che si è formalmente costituita al termine del convegno. Si tratta di un duplice passaggio di fondamentale importanza per inaugurare una nuova stagione storiografica all’insegna dell’approccio interdisciplinare e per favorire la concreta attuazione di progetti di valorizzazione e di sviluppo economico dei territori italiani, in particolare delle aree interne. |
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