di Marta Lombardi
«Irene è la città che si vede a sporgersi dal ciglio dell’altipiano nell’ora che le luci s’accendono e per l’aria limpida si distingue lassù in fondo la rosa dell’abitato: dove è più densa di finestre, dove si dirada in viottoli appena illuminati, dove ammassa ombre di giardini, dove innalza torri con i fuochi di segnali; e se la sera è brumosa uno sfumato chiarore si gonfia come una spugna lattiginosa ai piedi dei calanchi. Quelli che guardano di lassù fanno congetture su quanto stia accadendo nella città, […] Irene calamita sguardi e pensieri, […] è un nome di città da lontano, e se ci si avvicina cambia».[1]
di Rossella Del Prete
Si è concluso, lo scorso 15 gennaio, l’anno di Procida Capitale Italiana della Cultura. È stato un anno intenso, attraversato da tanti progetti nel segno di uno slogan divenuto virale, "La cultura non isola", e accompagnato da un flusso costante di persone, "cittadini temporanei" più che "turisti". Nel corso di questo anno così ricco di progettualità, di ospitalità e di visibilità, sembra si sia compiuta una profezia, che la storia più volte ha provato a indagare e a rievocare, con cui un piccolo borgo, quello dell'isola più piccola del glorioso golfo di Napoli, si è trasformato nel centro nevralgico di relazioni nazionali e internazionali volte ad esaltare la co-creazione e la valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale dell'isola.
di Augusto Ciuffetti
Quelle delle aree interne da rigenerare[1], dei piccoli paesi invisibili[2] posti in spazi marginali alla ricerca di un possibile futuro, di una montagna - nello specifico la dorsale appenninica - ripetutamente colpita da disastri naturali (terremoti e alluvioni), che si sommano alle crisi sociali generate dalla perdita continua di abitanti e da processi come l’invecchiamento della popolazione sono, ormai, delle questioni di “lungo periodo”.
di Guido Borà
La crisi economica causata dall’emergenza sanitaria da Covid-19 sta colpendo duramente le economie a livello globale sia in termini congiunturali sia in termini tendenziali. In tutti i Paesi, specie a vocazione turistica come quelli nell’area del Mediterraneo, si prevede una contrazione severa del PIL nel 2020. Il World Travel & Tourism Council (WTTC) [1] stima una contrazione del contributo del comparto viaggi e turismo al PIL. A doppia cifra nei Paesi dipendenti in percentuale maggiore dal turismo e dai flussi esteri: Croazia -21,3 punti percentuali (p.p.), Cipro -12,3 p.p., Malta -11,9 p.p. e Grecia -11,6 p.p. In altri, dove sistemi economici sono di dimensioni maggiori, la contrazione sarà minore sebbene essa sia di un’ampiezza mai verificatasi prima d’ora negli anni dopo la Seconda guerra mondiale. Spagna -7,4 p.p., Italia -5,4 p.p. e Francia -4.5 p.p. (vedi Figura 1). In questo difficile contesto, nell’ambito del quale interi comparti economici rischiano di uscire fortemente ridimensionati, le città d’arte e di cultura stanno pagando il tributo più pesante.
di Clarissa Fattoruso
Namasté amici lettori, un saluto dalla vostra Edwige. Ci eravamo lasciati un po’ di tempo fa con la mia ultima avventura a Manchester, in Inghilterra. A distanza di quasi due anni, e dopo innumerevoli altri viaggi fatti, mi ritrovo oggi a volervi raccontare della mia “spedizione" dal sapore piccante e speziato, dai colori rossi come il terriccio e dai profumi esotici intensi. Quest’oggi, infatti, ho deciso di parlarvi del paese del Taj-Mahal e delle mucche sacre. Sto parlando, cari lettori, dell’India.
di Lucia Cammarota
La Digital Revolution sta cambiando il mondo. Se Giacomo Leopardi ci metteva in guardia dalla fiducia cieca nelle “magnifiche sorti e progressive”, non possiamo che rimanere affascinati di fronte all’esperimento fantascientifico (e inarrestabile) di Elon Musk sull’interfaccia brain-computer, o di fronte agli occhiali intelligenti Orion, tanto voluti da Mark Elliot Zuckerberg, che sostituiranno lo smartphone, mentre la Banca Centrale Europea, basandosi sulle nuove piattaforme di blockchain, immetterà sul mercato il denaro digitale in un mondo dove anche le cose prendono vita grazie all’Internet of things. Nuove paure ma anche infinte opportunità: per il lavoro, per la vita stessa. |
Archivio
Gennaio 2023
Categorie
Tutti
Scarica qui i numeri completi della Rivista
|
Tutti i diritti sono riservati © Kinetès-Arte. Cultura. Ricerca. Impresa. 2016 |
|