di Enrica Donisi
Dagli anni Venti- Trenta del Novecento in Italia una serie di iniziative culturali dà una forte spinta agli studi musicali e alla storia della musica sotto varie prospettive: culturale, artistica, sociale, economica. Sorgono riviste specializzate. Si organizzano congressi, festival e incontri culturali[1]. In questo contesto si svolge l'attività di Alfredo Parente, critico musicale, studioso di politica, logica, estetica, letteratura ed arti figurative, e punto di riferimento per intellettuali e artisti[2], uno dei quali è Francesco Santoliquido. HERIWARD: UN APPROCCIO OLISTICO E SISTEMICO ALLA TUTELA E VALORIZZAZIONE DEI BENI CULTURALI30/10/2017
di Giuseppe Di Santo ed Eugenio Zimeo
INTRODUZIONE L’Italia possiede il più grande patrimonio culturale ed artistico al mondo. La vastità e complessità di tale patrimonio richiede un’attenta e continua valutazione dei processi di degrado cui è soggetto al fine di evitare l’insorgere di danni significativi, spesso scoperti quando è ormai troppo tardi per porvi rimedio. Il crollo della Casa dei Gladiatori a Pompei di qualche anno fa è un esempio di problema non risolto in anticipo che ha avuto un forte impatto mediatico, anche all’estero, suscitando forti polemiche a tutti i livelli istituzionali. La critica più ricorrente, e non solo in relazione al caso specifico, è legata al fatto che ad oggi la cura del nostro patrimonio è affidata quasi sempre ad interventi per lo più episodici e spesso realizzati in regime di emergenza, con conseguenti investimenti più onerosi rispetto a quelli necessari per l’attivazione di un’adeguata azione di tutela. di Federico Marazzi
Quanto in Italia l’archeologia medievale abbia patito per affermarsi come disciplina autonoma e accademicamente riconosciuta, è storia nota. Per molti motivi, nel nostro Paese lo studio del Medioevo archeologico non ha storicamente riscosso lo stesso interesse e lo stesso supporto tributato all’archeologia dell’età classica. Sicuramente, in tal senso ha giocato il fatto che l’Italia è stata la patria del Rinascimento, e cioè dell’idea che il tratto temporale trascorso fra la crisi e la fine dell’Impero Romano e il momento in cui il Rinascimento stesso fiorì, avrebbe costituito una media aetas, cioè un’età di mezzo in cui la civiltà aveva conosciuto un lungo periodo di declino, perdendo le capacità – ma anche le sensibilità – necessarie a riprodurre il bello nelle arti e nella letteratura. Questa fase comprendeva – grosso modo - l’intervallo fra il momento in cui si era conclusa la fase di apogeo dell’Impero Romano (la fine del II secolo d.C.) e il XV secolo, e cioè quel lungo periodo che oggi gli storici denominano Tarda Antichità e Alto Medioevo. |
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