di Lucrezia Delli Veneri Il volume è frutto di una visione multidisciplinare cui hanno contribuito storici, geografi, sociologi, demografi, giuristi, economisti, agronomi, forestali e architetti, che costituiscono il nucleo di studiosi del Centro ArIA (Centro di Ricerca per le Aree Interne e gli Appennini) istituito presso l’Università del Molise e inaugurato a Campobasso, il 22 aprile 2016, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il tema proposto è quello, assai complesso e di grande attualità, relativo alla tutela ed alla valorizzazione delle aree interne italiane. «Il libro non ha ambizioni di completezza, ma indica una via» [p. 14]. Partendo da un’indagine attenta ed aggiornata sulle politiche di coesione territoriale a livello nazionale, lo studio è fondato su due questioni strategiche: la necessità di ripensare complessivamente i territori rurali e montani e l’idea che il ripensamento debba partire dal basso, mettendo al centro i piccoli Comuni con storie millenarie. «Per molti anni le aree interne, quelle montuose in particolare, sono state declinate come contesti marginali e difficili, ambiti di conflitto (politico, giuridico, amministrativo, pianificatorio…), teatro dello spopolamento e della rarefazione produttiva, territori alla deriva ai quali si è guardato troppo spesso con senso di ineluttabilità o pensato in maniera semplicistica, rispondendo agli interrogativi che ponevano con la logica del sussidio e dell’assistenzialismo, piuttosto che con organiche strategie di programmazione. Quella che prima delle grandi ondate migratorie dalla metà dell’800 e fino al secondo dopoguerra era la geografia della montagna e della povertà, è ora la geografia dell’abbandono di campi, pascoli, boschi e borghi da un lato e della conservazione della natura dall’altro, con tante aree scrigno di gestione sostenibile, biodiversità floristico-faunistica, paesaggistica, enogastronomica, culturale» [p. 12]. È assolutamente necessario reinterpretare le aree interne e montane, fino ad oggi trascurate e oscurate dalle aree costiere, inventando nuovi modelli di sviluppo che investano su un inedito e sempre più strategico protagonismo locale. Andranno innanzitutto recuperate e valorizzate l’offerta territoriale differenziata di beni e servizi e le originali proposte agroalimentari; sarà indispensabile attuare una pluralità di interventi costruiti ad hoc che tengano conto del contesto locale, che coinvolgano attivamente le comunità territoriali, condividendo ogni fase di un patto che dovrà essere circolare e integrare tutti gli abitanti in un capitalismo “reticolare”, a partire dal capitale umano. Partendo dall’analisi della crisi dell’attuale modello di sviluppo e della vulnerabilità dei territori rurali e montani, il gruppo di ricerca multidisciplinare del Centr ArIA suggerisce il recupero di una consapevolezza della marginalità nella quale le aree interne sono state sospinte. Diventando terreno di sperimentazione sociale e produttiva, esse hanno oggi la possibilità di trasformarsi in protagoniste di una rinascita culturale ed economica fondata sul diffuso patrimonio territoriale in esse conservato. Il volume, curato da Marco Marchetti, Stefano Pannunzi e Rossano Pazzagli, raccoglie nove saggi, cui si aggiungono la presentazione di Gianmaria Palmieri, Rettore dell’Università degli Studi del Molise, la prefazione di Enrico Borghi, Coordinatore della Strategia Nazionale Aree Interne e l’introduzione a firma dei curatori. Punto di partenza è il patrimonio territoriale italiano tra deriva e rinascita (R. Pazzagli), cui segue una lettura dei processi territoriali più recenti, tra criticità e opportunità di sviluppo per le aree interne (M. Marchetti, A.De Toni, L. Sallustio e R. Tognetti). Il contributo degli studi storici alla loro rinascita, dal passato al futuro, è descritto da Ilaria Zilli; la prospettiva demografica di individui, famiglie e comunità è affidata a F. Ferrucci, C. Tomassini e G. Pistacchio. Non manca l’attenzione alla vulnerabilità idrogeologica dei territori montani e rurali (C. Colombo e A. Belliggiano), mentre il rapporto tra coesione territoriale e sviluppo sostenibile viene affrontato secondo la disciplina giuridica da L. Corazza e R. Dipace. Non poteva mancare l’attenzione alle potenzialità turistiche delle aree interne e, dunque, alla nuova attrattività che costituisce la vera nuova sfida (M. Meini), così come alla necessità di rigenerare il valore immaginario di certe zone, strettamente collegata alla valorizzazione turistica (S. Panunzi). Il volume si chiude con il saggio sulle politiche per lo sviluppo territoriale delle aree interne (D. Marino, V. Giaccio, A. Giammelli e L.Mastronardi). «È da qui, dalla lettura dei territori e delle loro dinamiche e dal susseguente lavoro culturale e politico, che occorre partire, affinché la conoscenza diventi coscienza e generi cambiamento. Un cambiamento utile» [p. 14].
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