di Arianna Petricone, Martina Ramella Gal Il sito seriale «I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)» è iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 25 giugno 2011 [1]. Comprende le più significative testimonianze monumentali longobarde esistenti su tutto il territorio italiano, laddove si estendevano i domini dei più importanti Ducati Longobardi. I Beni compresi nel Sito sono, ognuno per la propria tipologia, il modello più significativo o meglio conservato tra le numerose testimonianze diffuse sul territorio nazionale e rispecchiano l’universalità della cultura longobarda nel momento del suo apice. Ne fanno parte: l’area della Gastaldaga e il complesso episcopale a Cividale del Friuli (UD); l’area monumentale con il Monastero di San Salvatore - Santa Giulia a Brescia; il Castrum con la Torre di Torba e la Chiesa di Santa Maria Foris Portas a Torba e a Castelseprio (VA); la Basilica di San Salvatore a Spoleto (PG); il Tempietto del Clitunno a Campello sul Clitunno (PG); il Complesso di Santa Sofia a Benevento e il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo (FG). Essi rappresentano quindi la quintessenza del patrimonio artistico ed architettonico delle gentes Langobardorum che, come noto, si espressero in forme monumentali solo dopo il loro stanziamento in Italia, seguito ad un lungo periodo di migrazione che dalla Scandinavia li vide attraversare i paesi del nord-est europeo. Giunti in Italia i Longobardi assimilarono la tradizione romana, la spiritualità del Cristianesimo, gli influssi bizantini, e seppero integrarli con i valori germanici di cui erano portatori, dando vita tra la fine del VII e l’VIII secolo ad una nuova ed originale cultura. Come riconosciuto dalla storiografia più recente, i Longobardi si pongono quindi tra i principali protagonisti del complesso periodo di transizione tra l’Antichità ed il Medioevo; essi avviarono quel processo culturale, ereditato poi da Carlo Magno, che trasformò il mondo antico e contribuì alla formazione dell’Europa medievale, influenzando il successivo millennio della storia Occidentale. Un riconoscimento, quindi, quello dell’UNESCO, che sancisce il portato degli studi contemporanei e mette fine ai concetti di “decadenza”, “fine della civiltà” e “barbarie” che venivano generalmente associati all’età che va dalla caduta dell’Impero Romano alla nascita di quello Carolingio, affermando invece - in una visione oggi particolarmente attuale - l’idea del continuum del processo storico, caratterizzato dalla compenetrazione di civiltà diverse. Perché un sito sia iscritto nella Lista del patrimonio mondiale, deve presentare un eccezionale valore universale e soddisfare almeno uno dei dieci criteri di selezione illustrati nelle Linee Guida per l’applicazione della Convenzione del patrimonio mondiale; il sito seriale dei Longobardi in Italia soddisfa ben tre criteri: Criterio II: I monumenti longobardi sono una testimonianza esemplare della sintesi culturale ed artistica che ebbe luogo in Italia dal VI all’VIII secolo tra la tradizione romana, la spiritualità cristiana, le influenze bizantine e i valori mutuati dal mondo germanico, preannunciando e favorendo lo sviluppo della cultura e dell’arte carolingia. Criterio III: I luoghi longobardi del potere esprimono forme artistiche e monumentali nuove e straordinarie, che testimoniano la specificità della cultura longobarda nell’ambito dell’Europa Altomedievale. Nel loro insieme essi costituiscono una serie culturale unica e chiaramente identificabile, i cui molti linguaggi e finalità esprimono il potere delle diverse élites longobarde. Criterio VI: I luoghi dei Longobardi e la loro eredità nelle strutture culturali e spirituali della cristianità medievale europea sono molto rilevanti. Essi hanno potenziato significativamente il movimento monastico e hanno contribuito alla creazione di una meta antesignana dei grandi pellegrinaggi, Monte Sant’Angelo, con la diffusione del culto di San Michele. I Longobardi svolsero inoltre un ruolo determinante nella trasmissione al nascente mondo europeo delle opere classiche di letteratura, tecnica, architettura, scienza, storia e diritto. L’iscrizione del sito “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)” è stata inoltre un riconoscimento all’impegno delle numerosissime istituzioni pubbliche e private che, coinvolte a differenti livelli nella gestione degli stessi beni o dei territori di riferimento, dal 2006 hanno lavorato e lavorano insieme - sulla base dei principi di sussidiarietà e collaborazione sanciti dall’Europa - non solo per il buon esito della candidatura, ma anche per innalzare sempre di più il livello di valorizzazione delle testimonianze longobarde e la diffusione della loro conoscenza. Hanno lavorato alla candidatura 52 Enti pubblici e privati. Tra questi, ricordiamo: 5 Regioni, 6 Province, 8 Comuni, 2 Comunità Montane, 4 Diocesi, un Parco, il FAI, la Fondazione CAB e due importanti Centri di Studi, il CISAM – Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo - e il Centro di Studi Micaelici e Garganici, che tanto hanno contribuito al progresso delle conoscenze sulla civiltà longobarda. Va ricordato altresì il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, presente nella rete con ben 5 Direzioni regionali e 17 Soprintendenze territoriali. Il MiBACT, che ha coordinato i lavori per la candidatura, continua a sostenere ed accompagnare la rete anche attraverso la partecipazione all’Associazione Italia Langobardorum. Il sito UNESCO “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)” è gestito dall’Associazione Italia Langobardorum, costituita nel 2009 dai Comuni della Rete - Benevento, Brescia, Campello sul Clitunno, Castelseprio, Gornate Olona, Cividale del Friuli, Monte Sant’Angelo, Spoleto - e dal Ministero per i beni e le attività culturali. L’Associazione Italia Langobardorum nasce dunque con lo scopo di coordinare i tanti soggetti nella realizzazione delle attività e delle iniziative previste nel Piano di gestione, finalizzate a preservare nel tempo i valori che hanno portato all’iscrizione del sito nella Lista UNESCO, ma anche a far sì che la salvaguardia di tali importanti vestigia, integrate con le altre risorse, porti benefici ai territori ed alle comunità. Tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale, sensibilizzazione delle comunità locali, promozione dello sviluppo socio-economico sono dunque le principali direttrici lungo le quali si sviluppano le azioni che l’Associazione persegue con il supporto degli uffici di coordinamento locale, istituiti dai comuni, ed anche attraverso partenariati con soggetti pubblici e privati diversi (aziende, operatori della ricettività, associazioni, università, istituti scolastici ed altri enti pubblici territoriali interessati), al fine di ampliare e sviluppare la “rete longobarda” in un percorso organizzato di interazioni con gli stakeholder dei territori. Dal 2011 ad oggi l’Associazione Italia Langobardorum ha partecipato, ogni anno, ai bandi ministeriali Legge 77/2006 del MIBACT - “Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella ‘Lista del patrimonio mondiale’, posti sotto la tutela dell'UNESCO” -, riuscendo a ricevere i finanziamenti per i progetti presentati. L’Associazione è l’unico soggetto titolato a fruire delle misure finanziarie previste dalla Legge 77/2006 e destinate alla tutela, gestione, fruizione e valorizzazione dei siti italiani di interesse culturale e paesaggistico [2]. L’Associazione Italia Langobardorum vincitrice del bando Legge 77/2006 del Mibact Esercizio Finanziario 2018 con il progetto “Aggiornamento del Piano di Gestione attraverso processi partecipati”, a seguito di un’indagine di mercato, ha incaricato la Fondazione LINKS [3], al fine di procedere alla ricognizione integrale del vecchio Piano di Gestione e di collaborare nella stesura del nuovo. Cos’è un Piano di Gestione UNESCO Il Piano di Gestione è uno strumento atto a garantire nel tempo la conservazione dei valori eccezionali sui quali si basa l’iscrizione del sito alla Lista dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità UNESCO. Redigere un Piano di Gestione consiste nell’esaminarne le forze e gli attori presenti sul territorio, tanto nel campo culturale quanto in quello socioeconomico e turistico. Attraverso il coinvolgimento dei diversi soggetti portatori di interesse si dovranno definire, insieme ai tecnici e ai gestori, le strategie che saranno intraprese per garantire lo sviluppo e la promozione del sito insieme alla tutela e valorizzazione del suo patrimonio, attuando così un’opportuna gestione dello stesso. Il Piano di Gestione è un documento strategico e di coordinamento operativo che definisce gli obiettivi da conseguire e che provvede all’individuazione delle relative azioni e delle modalità attuative da intraprendere. Ripensare alla partecipazione A seguito di una serie di riunioni avvenute nell’Autunno del 2019 con i sette gestori del sito UNESCO si sarebbe dovuto procedere, nella Primavera del 2020, con altri incontri atti a stimolare la partecipazione e il coinvolgimento degli attori territoriali nel processo di redazione del documento. Purtroppo, a causa dell’emergenza sanitaria iniziata a febbraio 2020 e che perdura ancora oggi, il progetto ha subito una forte battuta di arresto. In un primo momento si è provato a rimandare la partecipazione all’Autunno 2020, sperando nel termine della pandemia, ma a causa del prolungarsi dello stato emergenziale, al fine di non rinunciare ad una larga partecipazione, si è scelto di trovare soluzioni innovative, utilizzando gli strumenti digitali a disposizione. Si è proceduto, pertanto, all’ideazione e alla realizzazione di una piattaforma online sulla quale programmare una “maratona longobarda”: incontri virtuali, sia delle singole componenti locali, sia della rete nazionale, pensati su un’agenda condensata in quattro giorni (dall’1 al 4 dicembre 2020) e accompagnati anche da alcune attività informative e divulgative serali. Ci si è ispirati alla modalità degli Hackathon, ovvero meeting online ai quali partecipano esperti di vario genere e provenienza con l’obiettivo di collaborare e progettare insieme soluzioni, nell’arco di pochi giorni, in maniera ininterrotta. In generale, lavorare alla redazione di un Piano di Gestione significa facilitare i processi di decisione attraverso la condivisione degli obiettivi nella gestione del bene comune, formando una comunità consapevole e attribuendo un congruo valore alle risorse territoriali, puntando allo sviluppo del concetto di identità. Poiché il tema identitario è un punto di partenza basilare, la partecipazione è considerata elemento centrale di questo processo, che vuole rendere protagonisti i portatori di interesse e gli abitanti dei territori, in modo da incrementare la loro consapevolezza e di conseguenza la loro cura nei confronti del patrimonio. Nel caso del sito longobardo, formato da comuni disseminati su tutto il territorio nazionale, è ancora più importante, e al tempo stesso complesso, raggiungere tali obiettivi. Per facilitare il coinvolgimento e la partecipazione attiva all’Hackathon, finalizzato esclusivamente alla raccolta di progettualità e strategie future per la definizione del Piano di Gestione, la piattaforma digitale realizzata (www.italialongobardi.it) è stata implementata con le seguenti sezioni: 1. L’Homepage di presentazione propone sinteticamente e rapidamente all’utente le sezioni del Menu grazie al quale poter navigare facilmente nella piattaforma; mette in evidenza gli appuntamenti in programma/in corso/passati e gli eventi in diretta live, che sarà poi possibile rivedere in un secondo momento. 2. Che cosa è un Hackathon e perché un sito UNESCO utilizza uno strumento come questo per l’aggiornamento partecipato del Piano di Gestione. 3. L’Agenda all’interno della quale sono raccolti tutti gli appuntamenti programmati nella maratona longobarda, sia di natura pubblica (evento di apertura e chiusura, docufilm, filmati, video inediti ecc.) che privata (con chiave d’accesso per gli invitati alle riunioni su Zoom, ovvero i tavoli componente o trasversali). L’obiettivo di questi numerosi incontri online è stato il coinvolgimento di pubblici diversificati. La pubblicizzazione dell’intero evento ha riscosso molto successo grazie ai canali di informazione social (Instagram e Facebook) e alla pagina istituzionale del sito UNESCO. Inoltre, nelle sezioni di riferimento degli eventi in agenda, sono stati caricati materiali informativi e di lavoro scaricabili dai visitatori. 4. La descrizione dell’Associazione Italia Langobardorum, ente gestore del sito UNESCO «I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)». 5. La descrizione del sito UNESCO Seriale. 6. La descrizione dei beni presenti nei sette Comuni che compongono il sito UNESCO. 7. Una chat attiva nei giorni dell’Hackathon durante l’orario degli eventi in programma, per aiutare i partecipanti nell’utilizzo della piattaforma, fornire informazioni sul progetto e raccogliere feedback. Tutti gli eventi pubblici sono stati trasmessi live sulla piattaforma e sulla pagina Facebook dell’Associazione, raggiungendo un tempo totale di diretta di 9 ore e 22 minuti e con una media di 2.000 visualizzazioni a video. L’Associazione Italia Langobardorum ha svolto un’attività di coordinamento dell’intero processo, affidando gli aspetti tecnici e la moderazione dei tavoli a Links foundation. I consiglieri dell’Associazione, in collaborazione con i tecnici di riferimento e con i facilitatori di ciascun ufficio dei sette Comuni, hanno lavorato alacremente nei propri territori nelle settimane precedenti l’Hackathon, al fine di coinvolgere un pubblico più ampio ed interessato possibile. Inoltre sono stati coinvolti ed invitati a partecipare attivamente, in particolare nei tavoli nazionali, i soci sostenitori ed aderenti dell’Associazione Italia Langobardorum. Funzionamento dei tavoli I temi su cui si è voluta porre l’attenzione durante i tavoli di lavoro sono stati principalmente 3: vision, linee strategiche e progetti. Un sito culturale è un luogo di interazione complessa tra ambiente, cultura e attori differenziati in cui la perdita del senso identitario, individuato come fattore centrale per un sito UNESCO, può essere causata dalla graduale riduzione del valore di radicamento, della partecipazione della comunità, del sostegno delle istituzioni locali, ecc., rendendo il sito stesso vulnerabile. La vision punta proprio sul concetto di identità ed è stato proposto ai tavoli con l’assunto: “Riscoprirsi Longobardi”. Si è chiesto, attraverso un sondaggio istantaneo e delle parole scritte da ogni utente in chat, di esprimere il proprio pensiero, descrivendo attraverso poche parole chiave il punto di vista di ciascun invitato. Ciò che è emerso di particolarmente interessante si può sintetizzare nelle seguenti quattro espressioni: • Un popolo che segna la transizione tra epoche • Ducati diversi ma vicini • Sincretismo allora e sostenibilità oggi • Persone in viaggio che superano confini Si tratta di considerazioni in totale connessione con l’OUV [4] del sito UNESCO che porterebbero ad attualizzare un messaggio millenario e che saranno basilari per impostare sia le progettualità del Piano che la futura comunicazione del sito. Le linee strategiche proposte per il nuovo Piano di Gestione derivano, invece, da un confronto avvenuto nell’ottobre 2019 con i gestori delle 7 componenti. In particolare, sono emersi 5 temi che, in maniera pressoché univoca, sono stati segnalati come bisognosi di essere approfonditi.
Tali criticità sono quindi diventate i nuovi 5 punti di forza del Piano di Gestione 2021-2025. Ognuna racchiude al suo interno ulteriori famiglie. Tuttavia, non saranno considerate come categorie in cui incasellare i progetti, piuttosto come ricadute per gli stessi, ognuno dei quali dovrà puntare a soddisfarne più di una contemporaneamente. Per avviare lo sviluppo di nuovi progetti si sono poi indagate le percezioni delle potenzialità, criticità, successi e fallimenti delle azioni portate avanti dalla rete dal 2009 ad oggi. È emersa una grande approvazione per quei progetti che hanno coinvolto i giovani e le scuole, riuscendo a fare rete attraverso la formazione, organizzando scambi, viaggi d’istruzione e laboratori didattici. Sono state ritenute basilari per il prossimo periodo, come attività da perseguire e implementare. Infine, è stato richiesto ai partecipanti un contributo in termini di “scheda progetto” da inviare agli organizzatori, per proporre idee innovative che possano trovare una giusta collocazione all’interno del Piano di Gestione. La vera innovazione del processo virtuale: i tavoli trasversali Una grande forza del sito seriale de «I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)» è il fatto di coprire l’intero territorio nazionale. Tale caratteristica, percepita a volte come uno svantaggio, apre invece incredibili possibilità di scambio e dialogo: ciò è emerso soprattutto grazie ai tavoli traversali nazionali. Sono quattro i settori individuati per categorizzare i tavoli tematici di portata nazionale: Culturale, Turistico, Commerciale-produttivo, Educazione e formazione. Per ognuno erano presenti almeno 40 stakeholders provenienti dai Comuni del sito UNESCO. Essi avevano l’obiettivo di mettere in luce uno dei valori più interessanti del sito seriale, la rete tra le componenti, stimolandone la crescita nella sua interezza. Fare rete è sinonimo di condivisione di conoscenze, di competenze, di contatti ma anche di idee e progettualità che possano essere messe in atto e sostenute da un insieme di attori, in modo che facciano “il salto” da un contesto prettamente locale a una dimensione nazionale. È da sottolineare che la modalità virtuale, per quanto difficoltosa, ha permesso il confronto di attori appartenenti a territori davvero molto distanti tra loro. Il periodo storico ha reso obbligatorio l’utilizzo di tecnologie digitali che sono risultate, invece, utili per riunire comodamente intorno ad uno stesso “tavolo” portatori di interesse diversi e lontani, che forse, diversamente, non si sarebbero mai interfacciati. I risultati emersi La piattaforma creata in occasione di questo processo ha evidenziato le sue grandi potenzialità e potrebbe essere utilizzata nuovamente per progetti simili, per pubblicare materiali di varia natura e per convogliare la partecipazione. Da essa sono stati estrapolati dati interessanti che denotano il primo grande risultato dell’Hackathon: la partecipazione numerosa e attiva. Ai tavoli trasversali hanno preso parte in media 50 persone contemporaneamente, facendo emergere idee progettuali e strategie future in grandi quantità. I dati riferiscono che ci sono state 327 visite sulla piattaforma in occasione degli eventi serali, oltre 95 persone hanno seguito i 4 tavoli trasversali tramite Facebook, oltre alle circa 200 persone che hanno partecipato direttamente. Per quanto riguarda invece gli incontri locali, la modalità di organizzazione dei tavoli è variata molto: da quello di Brescia con una cinquantina di stakeholders suddivisi in 5 stanze tematiche per raccogliere idee diverse, a quello di Spoleto e Campello, in cui gli stakeholders coinvolti erano un numero minore, ma fortemente interessati grazie alla modalità di gestione scelta, che ha visto la collaborazione dei due Comuni geograficamente più vicini. Rimanendo sui dati, si può affermare che i risultati riguardino anche il pubblico intercettato: il sito web ha registrato, infatti, passaggi molto ben distribuiti tra tutte le fasce d’età, anche quelle più difficili da raggiungere. Dalle domande rivolte ai partecipanti è altresì emerso il forte bisogno di confronto, tanto che 73% ha espresso il desiderio di rimanere in contatto con gli altri partecipanti all’evento e il 62% vorrebbe mettersi in contatto con gli organizzatori, per approfondire progetti e tematiche emerse durante l’Hackathon. Tali informazioni, così come le suggestioni raccolte per la vision, sono state estrapolate grazie all’interazione con tool appositi (sondaggi, alzata di mano, chat, lavagna) utilizzati durante i tavoli virtuali. Inizialmente ci si è interrogati sulla necessità di interazione, se essa potesse essere fine a sé stessa e non dare risultati, o invece produrre materiale su cui lavorare. Oggi è possibile affermare che sia stato un elemento di positività, non solo per mantenere viva l’attenzione durante i circa 90 minuti di tavolo, ma anche per raccogliere spunti interessanti e su cui ragionare per la realizzazione delle azioni future. In generale l’Hackathon, con questa modalità alternativa, messa in atto in una situazione emergenziale, per porre rimedio ad un’attività che avrebbe dovuto essere rimandata per troppo tempo, si è rivelata funzionale ed estremamente efficace. Tale processo innovativo, sperimentato per la prima volta dal sito UNESCO «I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)» per l’aggiornamento del Piano di Gestione, potrà essere riproposto e ripetuto per progetti differenti, in particolare da altri siti seriali patrimonio mondiale dell’umanità, sia nazionali che transnazionali, formati da componenti geograficamente molto distanti tra loro. Con questa modalità potrebbero essere messi in comunicazione in maniera semplice ed efficace, puntando ad un maggiore avvicinamento dei protagonisti dei territori coinvolti, permettendo anche a chi si trova a migliaia di chilometri di distanza, di conoscere altre realtà, molto diversificate, ma pur sempre parte di un unico progetto comune come nel caso Longobardo. Per ulteriori approfondimenti sul sito UNESCO «I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)» www.longobardinitalia.it - http://whc.unesco.org/en/list/1318/ [1] UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) ha approvato nel 1972 la convenzione relativa alla protezione del Patrimonio Culturale e Naturale Mondiale (World Heritage Convention) e ha istituito la Lista del Patrimonio Mondiale (WHL, World Heritage List), nella quale vengono iscritti i Beni culturali e naturali di «eccezionale valore universale», ossia quei siti selezionati per le loro caratteristiche specifiche, che vengono riconosciuti come Patrimonio culturale dell’Umanità. In base alla Convenzione, i Paesi riconoscono che i siti della Lista del Patrimonio Mondiale che si trovano sul proprio territorio, costituiscono un patrimonio alla cui salvaguardia la comunità internazionale è tenuta a partecipare. La Convenzione rappresenta, quindi, un accordo, ratificato quasi universalmente, volto a garantire le risorse intellettuali e finanziarie necessarie per la tutela dei siti appartenenti alla Lista. La WHL ha riscosso un enorme successo dal momento della sua attivazione, così come la Convenzione di riferimento; un successo dovuto, oltre al prestigio «concesso» ai Paesi che raggiungono l’iscrizione nella Lista, al messaggio universale insito nella Convenzione. La popolazione mondiale riconosce ai siti tutelati dall’UNESCO, eccellenza e qualità eccezionali. [2] Anche grazie al sostegno della Legge 77/06 sono numerosissime le azioni portate avanti dall’Associazione ed i prodotti relativi realizzati, tra i quali si segnalano quattro pubblicazioni dedicate alla storia, agli usi e alle tradizioni dei popoli longobardi. Per ulteriori informazioni sulle pubblicazioni si rimanda al profilo dell’Associazione su Academia.edu: https://ajitha.academia.edu/AssociazioneItaliaLangobardorum mentre per i progetti e i prodotti al sito www.longobardinitalia.it. [3] La Fondazione Links è un ente strumentale della Compagnia di San Paolo e opera come ente strumentale del Politecnico di Torino. Il suo scopo è la realizzazione di attività di innovazione e di trasferimento tecnologico sul territorio a livello nazionale e internazionale. Tra le diverse linee di ricerca sviluppate, legate alla sfera UNESCO, rientrano la redazione di Piani di Gestione, Dossier di candidatura e progetti di valorizzazione per numerosi siti UNESCO italiani: i Trulli di Alberobello; Centro storico di Napoli; Centro storico di Firenze; Area archeologica e Basilica patriarcale di Aquileia; Porto Venere, Cinque Terre e le Isole; Il MaB di collina Po; i paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe, Roero, Monferrato; le opere di difesa veneziane tra il XVI e il XVIII secolo nel Mediterraneo). [4] L’OUV del sito (Outstanding Universal Value) è quel valore eccezionale per cui il sito è stato dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità. In particolare, il sito seriale rappresenta la quintessenza del patrimonio artistico e monumentale dei Longobardi rimasto ad oggi in Italia. Popolo di origine germanica, i Longobardi, una volta insediati in Italia e convertiti al Cristianesimo, hanno assimilato i valori materiali e culturali ereditati dalla fine del mondo romano. In costante contatto con influenze bizantine, ellenistiche e mediorientali, i Longobardi raggiunsero una sintesi culturale, architettonica e artistica, unica in termini di diversità monumentale e stilistica e per i vari usi profani e religiosi. La cultura longobarda rappresenta una delle radici principali degli inizi del Medioevo europeo e dell’affermazione del Cristianesimo occidentale.
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