di Maria Rosaria Iacono “La cosa più abbondante sulla terra è il paesaggio” José Saramago, Una terra chiamata Alentejo Paesaggio, Conoscenza, Tutela Tra i compiti statutari di Italia Nostra fin dalla sua fondazione c’è “il proposito di suscitare un più vivo interesse per i problemi inerenti la conservazione del paesaggio, dei monumenti e del carattere ambientale delle città, specialmente in rapporto allo sviluppo dell’urbanistica recente” [1]. I suoi fondatori [2] avevano ben presente che il territorio ed i monumenti diffusi in esso (borghi, centri storici, chiese, palazzi, ponti, piazze, quartieri operai, masserie, fabbriche, filande, giardini e piazze storiche) rappresentano insieme, e in maniera complementare, le diverse espressioni che, insieme alle arti figurative, alla letteratura, alla musica, alla storia accompagnano la formazione del nostro patrimonio culturale e l’identità della nazione. Il territorio va, dunque, inteso come spazio culturale: non è materia per l'edilizia, non è merce. Dobbiamo saperci riconoscere in questo spazio culturale e umano. Federico Zeri [3] traccia una storia di questa percezione nell’arte di tutti i tempi (fino al cinema), col risultato di poter affermare che l’Italia è il suo paesaggio [4]. Italia Nostra e la scuola Ben presto l’Associazione ha individuato negli insegnanti e, quindi, negli studenti [5] gli interlocutori privilegiati per chiedere collaborazione nell'opera di difesa dell'ambiente in cui viviamo – natura, campagna, città, aria, acque e terra - da pericoli che minacciano di renderlo inabitabile” [6], per usare le parole del discorso di Giorgio Bassani [7] introduttivo al primo corso residenziale per insegnanti tenuto a Spoleto nel 1975. Nel 1974 l'Associazione era entrata ufficialmente nella vita delle scuole italiane. La circolare del Ministro della Pubblica Istruzione, on. Franco Maria Malfatti, invitava i capi d'Istituto a nominare un “delegato dell'Associazione” riconoscendo che “...i fini altamente civili che l'Associazione persegue non possono non trovare nella scuola un terreno favorevole per raccogliere spontanee adesioni”. Stupisce notare che i grandi temi affrontati nel 1977 da Donato Goffredo e Antonio Thiery [8] ancora oggi muovono il dibattito culturale sul rapporto tra beni culturali e paesaggio ed esperienze educative: “Ambiente e beni culturali”, “natura, paesaggio, territorio” e il rapporto dialettico e interdisciplinare tra “l'arte e la storia”, “l'arte e l'economia”, “l'arte e la formazione etico-sociale”. Questi temi sono declinati in un’ottica in cui viene riconosciuto “ai cittadini non solo di essere fruitori di cultura ma soprattutto critici ed attivi produttori del sapere, in un rinnovato rapporto tra beni culturali e utenti” (giovani e adulti mediante nuove e permanenti forme di educazione). Italia Nostra ha il grande merito di aver riconosciuto per prima alla scuola un ruolo fondamentale nella definizione di una nuova qualità della vita, nella fruizione democratica dei beni culturali, nell’armonizzazione di sviluppo economico e di sviluppo civile e culturale, attivando di fatto “la scuola per la tutela”. L’Associazione si propone, ancora oggi, di suscitare nei cittadini la consapevolezza delle potenzialità formative del patrimonio culturale; di incidere su competenze e comportamenti relativi alla persona nel suo complesso; di contrastare l’uso utilitaristico del patrimonio culturale con il diffondersi di offerte culturali effimere e l’affievolirsi delle motivazioni per un’azione educativa pubblica. Da ciò la consapevolezza della necessità di coinvolgere la scuola in questa sfida difficile, perché nella scuola” nasce o almeno dovrebbe nascere la nuova società” [9]. In questo senso rappresenta una grande conquista innovativa, anche rispetto alla precedente Convenzione Europea del Paesaggio (2000) [10], la Convenzione Europea sul valore del patrimonio culturale per la società del 27 ottobre 2005 o Convenzione di Faro [11]: il patrimonio culturale viene presentato come fonte utile sia allo sviluppo umano, quindi con funzioni educative, che alla valorizzazione delle diversità culturali e alla promozione del dialogo interculturale e come modello di sviluppo economico fondato sui principi di utilizzo sostenibile delle risorse [12]. Negli ultimi anni gli studi si sono ampliati: affidiamo al paesaggio, accanto alla funzione “culturale, ecologica, ambientale, sociale”, riconosciuta nella CEP (2000) quale “contributo al benessere e alla soddisfazione degli esseri umani e al consolidamento dell’identità europea”, anche quella psicologica, come ci spiega Vittorio Lingiardi [13]. Prendersi cura del paesaggio è come prendersi cura di sé stessi, della propria identità e del proprio “funzionamento psichico” e non solo. Ma come arrivare a “considerare il rapporto con l’arte del passato e il paesaggio un fatto quotidiano” [14]? Come possiamo usare le tecnologie informatiche per la comunicazione pedagogica di tematiche complesse quali paesaggio, salvaguardia, identità ecc.? E la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale [15] sono in contraddizione tra loro o possono essere complementari [16]? Il ruolo del volontariato [17] e l’azione di Italia Nostra A questi interrogativi cercano di dare una risposta le numerose iniziative che da decenni Italia Nostra [18] ha realizzato elaborando una vera "pedagogia del patrimonio". La metodologia proposta da Italia Nostra alle scuole dell’autonomia trova i suoi elementi fondativi nell’interdisciplinarietà, come essa si configura a seguito delle recenti normative afferenti l’istruzione [19]; nella partecipazione attiva dello studente e del gruppo-classe nel percorso formativo ed educativo [20]; nell’educazione come responsabilità sociale, espressione specifica della sussidiarietà (art. 118 della Costituzione). Proprio a partire da questo “interesse (bene) comune”, Italia Nostra propone ed aiuta a costruire una rete di sinergie e complementarietà composta dai soggetti territoriali dell’associazionismo, del volontariato, delle istituzioni locali e degli altri enti di formazione. La nostra azione educativa è principalmente rivolta ai giovani, ai soci (referenti di sezione e regionali), agli insegnanti della scuola di ogni ordine e grado, alle famiglie, gli amministratori/funzionari locali, ai professionisti. A. L’offerta formativa per i docenti Tenendo conto delle innovazioni introdotte per il riconoscimento della formazione da parte del MIUR sulla piattaforma S.O.F.I.A., viene organizzato annualmente il Corso nazionale di Formazione per i docenti che si svolge nelle sue diverse edizioni locali con seminari “decentrati” sul territorio nazionale a cura delle sezioni. È un’occasione di confronto, di dibattito e di messa in rete di conoscenze e bagagli culturali e tecnici diversi nonché di sussidio ai docenti per guidare gli studenti alla scoperta del territorio. B. L’offerta formativa per gli studenti Il rapporto con gli studenti è mediato dagli insegnanti con i quali si condividono intenti e metodologie, in percorsi formativi appositamente predisposti per la conduzione e l’arricchimento del progetto formativo [21]. La formazione degli alunni, guidati dagli insegnanti secondo le dinamiche della ricerca-azione, terrà conto del rapporto tra le valenze educative e i bisogni d’apprendimento; i tempi e la durata degli itinerari e delle attività di laboratorio; i contenuti selezionati; l’inferenza dei contenuti proposti con le conoscenze pregresse; il potenziale stimolo verso nuovi saperi; i prodotti da realizzare; diversità dell’esperienza rispetto a quelle programmate; aspetti organizzativi e gestionali. C. Scopi e obiettivi Fornire strumenti per decodificare il contesto in cui gli insegnanti e gli studenti si trovano a vivere per essere cittadini responsabili; promuovere l’accessibilità culturale e fisica ai Beni Culturali; prestare attenzione alle innovazioni sia nel settore normativo che in quello tecnologico e trasferirle sul piano educativo e formativo; utilizzare il territorio e il paesaggio come risorse cognitive e motori di cittadinanza attiva. D. Temi e oggetti del lavoro formativo Il tema del “paesaggio”, a vent’anni dalla conferenza nazionale sul paesaggio del 1999, mostra ancora grandissime “fragilità” e lacune anche nel campo della formazione universitaria. Ma il tema è fortemente inclusivo e, conseguentemente, deve stare alla base della proposta educativa di Italia Nostra, soprattutto incoraggiando un’ampia partecipazione sociale che implica la responsabilizzazione delle comunità locali e regionali e delle istituzioni. E. Strumenti per Osservare, Descrivere, Conoscere [22] Gli “strumenti” sono diversi per tipologia e contenuto, proprio tenendo conto dei diversi tipi di pubblico e degli obiettivi da perseguire: - Uso delle fonti: scritte e parlate. La cultura è formata dalla lingua (parlata e scritta), dalla lingua del paesaggio, dalla lingua dei monumenti (delle pietre) e dell’arte; componenti essenziali che a tutti si rivolgono; - Sussidi didattici: le nostre schede di lettura del patrimonio e i nostri libri digitali della collana ALADINO in collaborazione con l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani; - La ricerca-azione (didattica laboratoriale) condotta dagli studenti con l’aiuto dei loro insegnanti (lo studente attore-protagonista propositivo); - Il Concorso scolastico per le scuole di ogni ordine e grado (ogni classe partecipante propone la propria ricerca-azione) con una premiazione nazionale; - La Lista Rossa di Italia Nostra e la Campagna Paesaggi sensibili: il monitoraggio del patrimonio culturale come prevenzione e condivisione mediante la compilazione della scheda di segnalazione - l’APP Lista Rossa: dal proprio smartphone, in pochi istanti, si può fotografare, fornire informazioni e inviare la scheda. Innovazione tecnologica e inclusione La missione di Italia Nostra è promuovere l’innovazione e l’inclusione con particolare attenzione ai giovani [23], applicando le tecnologie ai beni culturali, creando occasioni in cui si possano coniugare le intelligenze artificiali e la creatività naturale. Con il progetto [24] “Informazione e Innovazione - le nuove tecnologie applicate ai beni culturali” si è creato uno spazio di formazione e, soprattutto, di aggiornamento del gruppo dei referenti del Settore Educazione al Patrimonio Culturale in un’ottica di implementazione di tutti i progetti educativi realizzati negli anni e declinati nell’uso delle nuove tecnologie. Nell’ambito del progetto è stata realizzata la pubblicazione Educazione al Patrimonio culturale in Italia e in Europa, a cura di Lida Branchesi, Maria Rosaria Iacono, Aldo Riggio. La pubblicazione è finalizzata alla formazione dei volontari e degli operatori di Italia Nostra, per promuovere e facilitare, sulla base di una metodologia avanzata e condivisa, l’ideazione, la realizzazione e la diffusione di progetti di pedagogia del patrimonio nelle scuole primarie e secondarie di ogni ordine e grado, suggerendo e fornendo modelli avanzati, compresi il digitale [25]. Si porta all’attenzione del lettore, per un verso, l’evoluzione del contesto culturale, normativo ed esperienziale che ha interessato l’educazione al patrimonio culturale in Europa ed in Italia e, per altro verso, vuole fare memoria di come si sia sviluppato ed evoluto l’impegno educativo di Italia Nostra nei suoi quasi sessantacinque anni di storia, sia al suo interno che verso l’esterno. Questo percorso sarà un utile sostegno per l’elaborazione di azioni future coerenti con le esperienze pregresse o una base per introdurre cambiamenti irrinunciabili. Anche l’educazione al patrimonio culturale costituisce un patrimonio in sé da conoscere, tutelare e valorizzare. Conclusioni L’azione educativa di Italia Nostra si evolve e tiene conto dei cambiamenti che intervengono nella società, introducendo tra i temi e gli oggetti del lavoro formativo i “nuovi cittadini”, i “paesaggi contemporanei” (periferie), i paesaggi delle città globali, i paesaggi identitari, paesaggi terzi, paesaggi complessi, paesaggi ibridi (tra paesaggi storici e paesaggi periferici) [26], il patrimonio culturale immateriale nelle sue diverse manifestazioni (di cui si riconosce la profonda interdipendenza con il patrimonio culturale materiale e i beni naturali) e il rilevante ruolo del patrimonio culturale immateriale in quanto fattore per riavvicinare gli esseri umani e assicurare gli scambi e l’intesa fra di loro [27]. Altro tema è il riconoscimento e l’individuazione delle pratiche e azioni finalizzate all’accessibilità e all’inclusione che, come si legge dal manifesto di Matera (28 settembre 2014), evidenziano “l’importanza della interdisciplinarietà, dell’accessibilità e dell’utilizzo della progettazione multisensoriale ed inclusiva come strumento e metodo basati sulla diversità umana, l’inclusione sociale e l’uguaglianza per la dignità di ogni essere umano…”. La strategia educativa nazionale vuole accogliere la nuova sfida posta dagli Obiettivi assunti dagli Stati alla COP 21 - Conferenza delle parti della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici di Parigi 2015 e EU 2030 Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e in sintonia con l’Enciclica Laudato si. Tra questi obiettivi troviamo: l’educazione inclusiva e paritaria per tutti; l’istruzione che pone al centro l’uomo e la sua relazione con l’ambiente; la conoscenza, la sensibilizzazione e la promozione degli aspetti materiali e immateriali delle culture locali; la promozione di nuovi stili di vita, di società giuste ed inclusive, di atteggiamenti e comportamenti per favorire lo sviluppo umano e un uso sostenibile delle risorse culturali e ambientali. [1] Atto Costitutivo di Italia Nostra, 29 ottobre 1955. [2] I soci costituenti erano: il senatore Umberto Zanotti Bianco, il prof. Pietro Paolo Trompeo, lo scrittore Giorgio Bassani, Antonia Desideria Pasolini dall’Onda, Elena Croce, il prof. Luigi Magnani, Hubert Howard. Cfr. Giorgio Bassani, Italia da salvare. Gli anni della presidenza (1965-1980), Feltrinelli, Milano 2018. [3] Federico Zeri, La percezione visiva dell’Italia e degli Italiani, in «Storia d’Italia Einaudi»; Torino 1976; ripubblicato autonomo sempre da Einaudi nel 1989. [4] Il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, D.lgs. n. 42/2004, recita all’art. 2: “Il patrimonio culturale è costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici […] Sono beni paesaggistici gli immobili e le aree indicati all'articolo 134, costituenti espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio…”. E all’art. 131: “Per paesaggio si intende il territorio espressivo di identità, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni. Il presente Codice tutela il paesaggio relativamente a quegli aspetti e caratteri che costituiscono rappresentazione materiale e visibile dell'identità nazionale, in quanto espressione di valori culturali”. [5] http://www.italianostraeducazione.org/wp-content/uploads/2019/01/invito-ai-giovani-1973.pdf [6] “Bollettino di Italia Nostra” n. 121: Educazione e Ambiente [7] G. Bassani, discorso introduttivo al primo corso residenziale per insegnanti, Spoleto 1975. [8] D. Goffredo e A. Thiery, Ambiente ed Educazione, collana Italia Nostra/Educazione, Nuova Italia, Firenze 1977. [9] G. Bassani, discorso introduttivo al Corso residenziale…, cit. [10] http://www.convenzioneeuropeapaesaggio.beniculturali.it [11] La Convenzione (STCE n° 199), che prende il nome dalla località portoghese, Faro, dove il 27 ottobre 2005 si è tenuto l’incontro di apertura alla firma degli Stati membri del Consiglio d'Europa e all’adesione dell'Unione europea e degli Stati non membri, è entrata in vigore il 1° giugno 2011. La firma italiana, avvenuta il 27 febbraio 2013 a Strasburgo, ha portato a 21 il numero di Stati Parti fra i 47 membri del Consiglio d’Europa; di questi, 39 l'hanno anche ratificata. L’Italia lo ha fatto il 24 settembre 2020. http://conventions.coe.int/Treaty/Commun/QueVoulezVous.asp?NT=199&CM=8&DF=5%2F12% [12] cfr. Antonella Nuzzaci, a cura di, Il museo come luogo di apprendimento, Pensa Multimedia Editore, Lecce 2008, pp. 27-69. [13] Vittorio Lingiardi, Mindscapes. Psiche nel paesaggio, Raffaele Cortina Editore, Milano 2017. [14] Tomaso Montanari, Istruzioni per l’uso del futuro. Il patrimonio culturale e la democrazia che verrà, Edizioni Minimum Fax, Roma 2014; p. 183. [15] cfr. Salvatore Settis, Italia S.p.A. L’assalto al patrimonio culturale, Einaudi, Torino 2007. [16] cfr. Elena Gremigni, Breve storia degli orientamenti teorici e legislativi intorno alla didattica museale in Italia, in BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 31 maggio 2001, n. 268. [17] G. Clemente di San Luca, Volontariato, non-profit e beni culturali, in “Federalismi.it, Rivista di diritto pubblico italiano, comparato, europeo” n. 10/2017, pp. 1-58. [18] Costituita il 29 ottobre 1955, ha lo scopo di concorrere alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione promuovendo la sua conoscenza anche mediante opportune iniziative di educazione nelle scuole, formazione ed aggiornamento professionale dei docenti e di educazione permanente nella società. [19] Enunciato nel D. Lgs 59/2004, dove sono prefigurate le Indicazioni Nazionali e sono definiti gli O.S.A. (Obiettivi Specifici di Apprendimento): l’obiettivo, dichiarato nei D.P.R. nn. 86, 87, 88 del 15.03.2010, di ridisegnare l’identità di un sistema di istruzione e formazione mediante una serie di interventi, tra cui la metodologia di progettazione da attuare funzionalmente al corretto apprendimento degli studenti; le possibilità offerte dalle quote orarie locali dei piani di studio, ai sensi della L. 53/2003, dell’art. 27 del D. Lgs. 226/2005 e, infine, dal D.M. 18/12/2005 - con riferimento anche alle indicazioni UE di Lisbona 2000 - che permettono di introdurre nel curricolo scolastico una quota significativa di obiettivi e contenuti connessi alla coesione sociale ed alla sostenibilità ambientale, nella prospettiva di opportunità occupazionali. [20] Italia Nostra propone a docenti e studenti di affrontare il tema del paesaggio – bene comune – mettendo in gioco le conoscenze, le competenze e le capacità di ciascuno nell’ambito di un progetto sviluppato e realizzato congiuntamente, per il successo complessivo nel quale ogni studente assuma un compito ed un ruolo (e una responsabilità), chiaramente definiti e riconoscibili; comprenda e sviluppi le interazioni con gli altri studenti/compiti mantenendo chiaro il quadro complessivo. [21] Per l’Anno Scolastico 2020-21 la formazione per i docenti e tutte le altre attività si stanno svolgendo necessariamente “da remoto”, il che comporta un’effettiva rimodulazione del progetto nazionale di educazione al patrimonio. [22] www.italianostraedu.org [23] http://www.mondodigitale.org/it [24] Progetto finanziato dalla Direzione Generale del Terzo Settore (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali), contributo per l’esercizio finanziario 2016 ai sensi dell’art. 12, comma 3 legge 383 del 7/12/2000 – iniziativa D). [25] L. Branchesi, M.R. Iacono, A. Riggio, a cura di, Educazione al Patrimonio culturale in Italia e in Europa, Mediageo, Roma 2019. [26] G. Clément, Il manifesto del terzo paesaggio, Quodlibet, Macerata 2016. https://www.ecomuseocasilino.it [27] UNESCO, Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, Parigi 17 ottobre 2003.
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