di Luigi Ferraiuolo
«I vini di questa contrada sono eccellenti così bianchi come rossi, e sono de’ migliori del Regno, così per loro qualità, e natura, come per la grata sensazione che risvegliano nel palato. Vanno sotto il nome di Pallarelli, e sono stimatissimi ne’ pranzi».
di Maria Venuso Lunedì 12 luglio 2021 si è tenuta online (ed è ancora disponibile sulla pagina Facebook @Kinetès - Arte.Cultura.Ricerca.Impresa) la presentazione della nuova collana editoriale della Kinetès Edizioni, dal titolo «Pagine di Danza». Una sfida importante e coraggiosa per dare nuova luce agli studi di settore, in un momento in cui l’arte del movimento soffre di più per i limiti imposti dalla situazione pandemica (limiti che hanno tuttavia permesso nuove ricerche nella gestione dello spazio e delle relazioni tra i corpi, ma questa è un’altra storia…). Il comitato scientifico della collana è costituito da Roberta Albano, Silvia Carandini, Eugenia Casini Ropa, Doug Fullington, Madison Sowell, Maria Venuso.
di Paolina Baruchello
Negli ultimi anni il Centro per il libro e la lettura si è dedicato, tra le altre cose, a sperimentare e promuovere i Patti per la lettura, fino ad arrivare, quest'anno, alla pubblicazione del “Manifesto dei Patti per la lettura” che ne sintetizza e spiega i punti principali. I Patti per la lettura fin dall’inizio hanno fatto parte di una sperimentazione che ha dato prova di essere vincente. Accordi di governance che mirano a creare una rete tra le diverse realtà che si occupano di promozione della lettura su un determinato territorio, nacquero all'interno di In Vitro - progetto sperimentale del Centro per il libro dedicato alla primissima infanzia, ormai concluso nel 2015 - in cui si mettevano in atto Patti locali a livello provinciale e, in un caso, regionale. Nel corso del progetto fu subito evidente che un investimento sulle relazioni e sulle competenze creava un ambiente favorevole allo sviluppo della lettura e aumentava quindi la percentuale di lettori. Seguendo tale principio, nel 2015 fu stipulato il primo Patto cittadino a Milano.
di Fulvia Signani
Premessa Il progetto “Circolo di Comunità Le Pioppine” di Filo si ispira alle nuove forme di aggregazione sociale di spazi condivisi e mutuo aiuto, quali le multifactory (di tipo produttivo), gli empori solidali, le cooperative e i cantieri di comunità [1], che tendono ad aggregare più attività diverse, delineando cluster, "grappoli" di offerte di servizi utili all’animazione e al benessere delle comunità. L’idea nasce circa 15 anni fa, con la scelta di acquistare un’abitazione decisamente più ampia rispetto alle necessità di una famiglia composta all’epoca da quattro persone. Negli anni si sono avvicendate e sedimentate diverse idee progettuali, favorite dalle esperienze maturate dalla proprietaria, la cui formazione di psicologa di comunità aiuta ad estendere il concetto e le azioni per il benessere collettivo anche a forme artistiche comunitarie e di psicologa “gender-sensitive”, approccio che favorisce il considerare quanto i fattori sesso e genere influiscano nella salute e nelle relazioni di tutti noi [2]. Quest’ultimo tema, tra l’altro, è in linea con quanto previsto dall’Agenda 2030 dell’ONU e dalle istanze più aggiornate del W203 a presidenza italiana e terminato nel luglio 2021. Questi orientamenti aggiunti a curiosità ambientali ed artistiche - nel frattempo un’intensa attività di scrittura creativa ha visto la nascita dell’Associazione culturale “Pennuti e Contenti”, di cui parleremo estesamente - hanno poi arricchito l’ideazione progettuale di azioni nuove.
di Alfonso Cipolla Il 26 giugno 2021 veniva inaugurato a Benevento il Museo dei Burattini – MudiBù, un progetto ideato, curato e realizzato dagli Assessorati all’Istruzione e alla Cultura affidati, su delega del Sindaco della Città di Benevento, Clemente Mastella, alla prof.ssa Rossella Del Prete. Fu lei a proporre al Sindaco e alla giunta comunale un progetto di rigenerazione e riqualificazione di uno degli spazi pubblici di competenza comunale da dedicare ai bambini. Oggi il Piccolo Teatro Libertà ospita il Mudibù, il Museo dei Burattini, annesso alla Biblioteca Comunale di Benevento e istituito, insieme ad una piccola Biblioteca di quartiere, grazie ad un finanziamento del Cepell – Centro per il libro e la lettura (MIC), proprio per sostenere la diffusione di una delle più antiche forme espressive del teatro, quella del teatro di figura, un’arte antica che utilizza burattini, marionette, pupazzi, ombre e oggetti vari come protagonisti di una particolare forma di spettacolo dal vivo e segni di un linguaggio fortemente visivo e sensoriale, dunque particolarmente adatto ad un pubblico infantile.
di Rossella Del Prete
Questo numero de Il Giornale di Kinetès vede la luce molto in ritardo rispetto alla scadenza prevista. Le motivazioni sono diverse, alcune molto personali, altre di natura tecnica, ma tutte tali da giustificare molto seriamente il vuoto degli ultimi mesi. Ce ne scusiamo immensamente: con i nostri lettori e con gli autori e le autrici dei contributi raccolti in questo numero, innanzitutto; con tutti i nostri preziosissimi collaboratori, poi.
di Lucia Krasovec-Lucas La Città deve essere ancora il luogo di riparo, confronto, crescita e opportunità per tutti gli esseri umani. La Città, come laboratorio per la (ri)generazione umana, dovrà riattivare le fabbriche di reti tra individui, istituzioni, ambiente e sistemi, con cui sperimentare gli esercizi di fiducia necessari a combattere l'atrofia dell'immaginazione. La città dovrà rispondere al cambiamento con processi innovativi e capaci di curare e coltivare la città, che è fatta di quella fisicità costruita originariamente per accogliere la comunità: il focus su cui dovremo insistere per una reale ripresa sono, innanzitutto, le persone e lo spazio in cui hanno scelto di vivere.
di Ledo Prato
“Forse, senza saperlo (e qualcuno ancora affezionato alla potenza delle aree metropolitane), stiamo entrando in un ciclo nuovo della vita sociale italiana”, si conclude così l’introduzione scritta da Giuseppe De Rita al volume L’Italia Policentrica. Il fermento delle città intermedie, pubblicato dalla FrancoAngeli e curato da Mecenate 90 in collaborazione con l’Ufficio Studi dell’ANCI e Cles Economia. Il “forse” di De Rita è d’obbligo per uno studioso attento. Per questo il Rapporto cerca di indagare la complessa realtà delle città intermedie per cogliere quegli elementi a cui affidare una nuova lettura del sistema Paese. Il tempo è quello giusto. Fosca Mariani Zini, Tristia. Stati di usuale sconforto, Kinetès Edizioni, Benevento 2021, pp. 72.30/4/2021
di Carla Cirillo
È innegabile che grandi forme di lamentazioni esistenziali, comprese quelle poetiche, abbiamo come punto di partenza, come causa prima, un corrispondente desiderio e appetito vitale disattesi o frustrati. Altrimenti ci troveremmo ogni volta a parlare, sia che si tratti di saggistica che di filosofia o di letteratura, di un puro horror vacui tanto più terrificante quanto meno sostanziato e segnatamente innaturale. Ma esistono più cose in cielo e in terra di quante ne sogni una filosofia, suggeriva un famoso inglese e, per questo, come leggiamo in TRISTIA, STATI DI USUALE SCONFORTO, ci si può trovare davanti a un eroico odio della vita in cui si sa scivolare nel buio e / Esaurite le fatiche inutili / Liberarsi del cavaliere / E del cavallo. Ma, appunto, si dovrebbe sapere essere eroici, se non proprio eroi, e sovvertire il noto assunto brechtiano della modernità per ritornare a un grande poeta della caducità, Reiner Maria Rilke che, invece, considera gli eroi semplicemente le vittime di destini crudeli o esseri talmente sensibili la cui esistenza è quasi insopportabile per la natura.
di Maria Sirago
Introduzione La corte e l’aristocrazia partenopea in estate potevano usufruire di un particolare luogo teatrale, il golfo che secondo la leggenda aveva preso le sembianze sinuose del corpo della sirena Partenope, morta per amore alla foce del Seberto, presso l’isolotto di Megaride, dove poi fu costruito Castel dell’Ovo. In epoca antica in suo onore ogni anno su quella spiaggia si svolgevano le Lampadromie, delle feste durante le quali si faceva una gara di corsa con le fiaccole[1]. In questo tratto di mare che dal Palazzo Reale si spingeva fino alla spiaggia di Mergellina e alla costa di Posillipo, si allestivano feste e banchetti sontuosi, volti alla celebrazione del potere spagnolo, tramite i suoi viceré, a cui assistevano estasiati i sudditi, che per un giorno potevano dimenticare le tribolazioni quotidiane ed anche la fame, assaltando le numerose cuccagne marine che si allestivano[2]. |
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