di Augusto Ciuffetti
Quelle delle aree interne da rigenerare[1], dei piccoli paesi invisibili[2] posti in spazi marginali alla ricerca di un possibile futuro, di una montagna - nello specifico la dorsale appenninica - ripetutamente colpita da disastri naturali (terremoti e alluvioni), che si sommano alle crisi sociali generate dalla perdita continua di abitanti e da processi come l’invecchiamento della popolazione sono, ormai, delle questioni di “lungo periodo”.
di Mario Rastrelli
Presentato a Napoli, presso il Lazzaretto della pace dal professor Gennaro Rispoli, l’ultimo lavoro della studiosa di storia marittima Maria Sirago è, come recita fin dal titolo una vera e propria festa e miscela di cultura, tradizione e storia napoletana. Il mare in festa (Benevento 2022), saggio dal carattere multidisciplinare tratta della realtà delle feste in età moderna, concentrandosi sul periodo vicereale (1503-1734) con i suoi splendori e le sue contraddizioni, caratteri propri di una città in costante conflitto con se stessa.
di Renè Bozzella e Giovanna Panarese
1. Introduzione Palazzo Bosco Lucarelli già dell'Aquila, sede del dipartimento di Ingegneria dell'Università del Sannio ha un nuovo volto: tornato all'antico splendore, si può ammirare nella sua nuova veste. I lavori di restauro e risanamento conservativo che hanno interessato l'immobile tra il 2020 e il 2021 sono stati l'occasione per riscoprire la storia di questo antico palazzo e per conoscere le moderne tecniche di restauro applicate ai beni culturali. La Statua Santucci del Museo civico di Morcone. Attestazione di un culto bacchico nell’Alto Tammaro30/1/2023
di Pasquale Marino
Presso il Museo Civico di Morcone, che ha sede nel complesso di Casa Sannia, è conservata una statua antropomorfa di epoca romana (Fig. 1 a, b, c). Fino a questo momento, la statua non è stata oggetto di studi particolareggiati. Pertanto, di questo reperto archeologico non sono certi né il soggetto né il contesto di appartenenza. Si conosce solo la località di ritrovamento: presso Case Santucci, nel territorio di Morcone. Per tale ragione, si propone di identificare il reperto come Statua Santucci, definizione neutra rispetto a qualunque ipotesi identificativa e di funzione. Attualmente, la statua è esposta in uno spazio, poco funzionale, di Casa Sannia. È collocata, infatti, su un pianerottolo di copertura delle scale di accesso al primo piano dell’edificio. È osservabile in modo agevole da una sola angolazione, quella del suo lato sinistro. Risulta rialzata rispetto al piano di calpestio dell’osservatore di oltre un metro e, purtroppo, appare schiacciata dalla poca “aria” tra il manufatto e il solaio sovrastante (Fig. 2).
di Maria Sirago
Le feste religiose La festa di San Giovanni Battista Anche in alcune feste religiose il mare era presente. Una delle feste più sentite era quella di San Giovanni Battista, il 24 giugno, celebrata nella chiesa di San Giovanni a mare, nei pressi di quella di Sant’Eligio, al Mercato, prospiciente il mare (ancora esistente ma molto malandata)[88]. La chiesa era stata fondata in epoca normanna dai cavalieri gerosolimitani (poi di Malta) con un ospedale annesso per curare i feriti che tornavano dalla Terra Santa. Poi nel 1336 era stata ampliata da Giovan Battista Carafa. Nella notte di San Giovanni i napoletani di entrambi i sessi celebravano le feste in suo onore immergendosi nel mare nudi cantando salmi, un bagno purificatore e propiziatorio, quasi “battesimale”, che si richiamava ad antichi riti pagani celebrati nel solstizio d’estate: l’uso era ricordato nella anonima Storia dei cient’anne arreto stampata a Napoli nel 1789 da Giuseppe Maria Porcelli e attribuita al napoletano Velardiniello vissuto nel XVI secolo, autore di villanelle e altri componimenti in dialetto napoletano, capostipite di poeti popolari e cantastorie della città partenopea [89]. Anche Benedetto di Falco a metà Cinquecento raccontava che la vigilia di San Giovanni vi “era una antica usanza, hoggi non al tutto lasciata, che …. verso la sera e’scuro del di, tutti, huomini e donne, andare al mare, e nudi lavarsi, persuasi purgarsi de’ loro peccati, alla foggia de gli antichi, che peccando andavano al Tevere a lavarsi, e come san Giovanbattista per la lavation ne ammaestra”, una usanza raccontata anche da Petrarca che aveva visto molti “Alemani” bagnarsi nel Reno con la stessa finalità [90].
di Marina Caterina Magnani
Incontro Chiara Voliani nel suo laboratorio atelier in Toscana, a San Giuliano Terme, fra il mare e i monti pisani. È una grande stanza dove domina il rosso: dal divano, al pavimento veneziano, al biocamino alla parete. Luminosissima, una finestra enorme. Al centro sopra e intorno a un grande tavolo i suoi gioielli scultura, che si incastonano negli arredi industriali e nei ripiani in legno. «A me piacciono le cose vissute» mi dice Chiara «questa è la mia casa, non potevo lavorare in un posto che non fosse proprio mio».
di Alberto Tanturri Una tendenza ravvisabile in molti studi di storia della scuola comparsi di recente è quella di privilegiare un approccio microanalitico inteso ad analizzare singole realtà scolastiche, illustrandone aspetti strutturali, meccanismi funzionali e modalità operative. Questa tipologia di indagine risulta tuttavia sterile o insufficiente a lumeggiare le caratteristiche generali dei sistemi educativi, e le dinamiche evolutive che ne hanno contrassegnato la storia. Sono pertanto particolarmente benvenute iniziative editoriali come quella qui in esame, che inserendo in un quadro comparativo l’analisi di istituti, segmenti e comparti dell’istruzione nell’Italia degli ultimi due secoli, consentono di percepirne con maggior evidenza linee di sviluppo, apparati normativo-istituzionali e contesti di riferimento. Nel caso specifico, inoltre, fra i trenta autori che hanno contribuito al volume (due terzi dei quali di sesso femminile, a conferma della indiscussa maggiore sensibilità delle donne per questo tema storiografico) compaiono alcuni fra i più importanti nomi della ricerca nel settore, spesso con anni di indagini sul campo alle spalle.
di Ferruccio Diozzi e Paolo Mandato
Nel secolo XIX si sviluppò fino a un livello stravagante il criterio che, per brevità, possiamo chiamare del tornaconto finanziario, come test per valutare l’opportunità di intraprendere un’iniziativa sia privata che pubblica. Ogni manifestazione vitale fu trasformata in una sorta di parodia dell’incubo del contabile. Invece di utilizzare l’immenso incremento delle risorse materiali e tecniche per costruire la città delle meraviglie, si crearono i bassifondi; e si pensò che fosse giusto e ragionevole farlo perché questi, secondo il criterio dell’impresa privata, “fruttavano”, mentre la città delle meraviglie sarebbe stata, si pensava, un atto di follia che avrebbe, nell’imbecille linguaggio di stile finanziario, ipotecato il futuro [John M. Keynes, 1933]. I nostri trisavoli vivevano in media 400mila ore e ne spendevano 100mila nel lavoro; la vita media delle prossime generazioni supererà le 700mila ore di cui appena 50mila saranno dedicate al lavoro. Dunque la vita postmoderna non sarà centrata sul lavoro ma sul tempo libero. Domenico De Masi, 2021.
di Stefano de Nichilo
1. Introduzione Nell'era della trasformazione digitale, i big data hanno assunto un ruolo cruciale nel cambiare i viaggi globali e nel fornire sfide e opportunità significative alle aziende affermate, così come ai nuovi operatori del settore turistico. Tutte queste aziende possono ottenere informazioni preziose sui Big Data per prevedere la domanda turistica, consentire un migliore processo decisionale, gestire i flussi di conoscenza e l'interazione con i clienti e fornire il miglior servizio in modo più efficiente ed efficace [de Villiers, Rinaldi e Unerman, 2014].
di Alba La Marra
Tenebre: catacomba o mare aperto? Volti velati, corpi di argilla nera. I contorni sono sfumati, la nebbia del limite ammanta tutto e costringe a guardare oltre, tra un aldilà rassicurante e un aldiquà che fa rabbrividire. È un buio che rivela. Sì, ma cosa? |
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