di Marianella Pucci Dall’ultima rilevazione ISTAT del 2019, l’Italia vanta 4.888 tra musei, aree archeologiche, monumenti ed ecomusei aperti al pubblico di cui 4.416 musei e istituti similari non statali e 464 a titolarità Mibact. In totale il patrimonio museale italiano nel 2019 vanta: 3.928 musei e raccolte di collezioni (80,5%), 624 monumenti (12,8%), 328 aree archeologiche (6,7%). È un patrimonio diffuso su tutto il territorio: in un comune italiano su tre è presente almeno una struttura a carattere museale. Ce ne è una ogni 50 Kmq e una ogni 6 mila abitanti. La maggior parte (oltre 3800) sono musei, gallerie o raccolte di collezioni cui si aggiungono monumenti e complessi monumentali, 328 aree e parchi archeologici e circa 60 strutture eco-museali. Oltre che nei poli di maggiore attrazione non mancano luoghi di interesse culturale anche nei piccoli e piccolissimi Comuni italiani: il 16,1% delle strutture museali è presente in comuni con meno di 2 mila abitanti, alcuni dei quali arrivano a contare sino a 5-6 strutture, mentre il 30% è localizzato in comuni da 2 mila a 10 mila abitanti. Con questi numeri così elevati di musei soprattutto medio-piccoli risulta urgente una maggiore presa di coscienza e di responsabilità delle istituzioni così come delle comunità locali rispetto al proprio patrimonio culturale e memoriale. Alla luce inoltre delle conseguenze dovute alla pandemia un riordino, anche traumatico, introdotto del Sistema museale nazionale, risulta necessario e ciò che è un museo propriamente detto ed ha valore locale sopravvivrà soltanto se la comunità lo vorrà e se per quella comunità il museo ha un senso ed una funzione oltre che culturale anche sociale. Il sistema museale nazionale La nascita del Sistema museale nazionale promosso dal Ministero della Cultura è tra le principali novità che riguarda gli istituti culturali italiani. Tra i suoi obiettivi, espressi nel D.M. del 21 febbraio 2018, c’è il potenziamento e l’integrazione dell’offerta culturale su tutto il territorio e il miglioramento della fruizione, della tutela e della gestione sostenibile del patrimonio culturale. Dunque, finalità del Sistema museale è la messa in rete di tutti i musei italiani che, come abbiamo già accennato, sono all’incirca 5.000 e che sono anche non di appartenenza statale, come altri musei pubblici o privati, aziendali, diocesani, ecc. Strumento di attivazione del Sistema e di raggiungimento delle finalità da esso perseguite sono i LUQV Livelli Uniformi di Qualità, anch’essi adottati con il decreto che costituisce il risultato di un lungo lavoro interdisciplinare, svolto in attuazione dell’art. 114 del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Distribuiti in tre ambiti i Livelli Uniformi di Qualità costituiscono un importante documento per la verifica del rispetto degli standard minimi da parte dei musei. Considerando la varietà dei nostri luoghi della cultura, dovuta a ragioni storiche e territoriali, la definizione degli standard museali e la costituzione di un Sistema nazionale appaiono come una messa a punto della riforma riorganizzativa del Ministero (D.P.C.M. 171/2014), ma possono costituire anche un’opportunità di crescita per i piccoli musei e un documento di riferimento per definire obiettivi di progressione e miglioramento. Il Sistema museale nazionale fa capo alla Direzione Generale Musei del Ministero della Cultura ed è coordinato su base regionale e provinciale, secondo le modalità definite nel decreto. La struttura dei LUQV (Livelli Uniformi di Qualità) è fondata sui tre ambiti: A – Organizzazione In questa sezione attraverso un questionario di autovalutazione viene chiesto ai musei di immettere informazioni e documentazione di riferimento relativamente all’organizzazione del museo in termini di stato giuridico, presenza di un direttore, contabilità e finanze, struttura, destinazione degli spazi, servizi attivi, accessibilità, apertura, registrazione ingressi, piano annuale attività, personale. B – Collezioni In questa sezione si acquisiscono informazioni e documentazione di riferimento relativamente al monitoraggio dello stato delle collezioni, della ricerca, del progetto scientifico, dei depositi. C – Comunicazione e Rapporti con il territorio In questa sezione si esplora in particolare la presenza e l’uso di segnaletica, strumenti informativi, comunicazione integrata, attività educative e di valorizzazione del patrimonio, relazioni con il pubblico e rapporti con il territorio e gli stakeholder. Le Regioni che sono già dotate di un Sistema Regionale di accredito, come nel caso della Regione Campania, possono richiedere l’equiparazione dei propri requisiti, ai sensi dell’art.4 del DM n°113/2018 applicati per il riconoscimento regionale ai Livelli di Qualità, introdotti dal Decreto ministeriale n° 113. In questo modo gli istituti museali già accreditati a livello regionale sono automaticamente accreditati a livello nazionale previa verifica di sussistenza dei requisiti minimi previsti dalla normativa. Per far conoscere e valorizzare i musei che rientrano nel Sistema museale nazionale di tutte le regioni italiane si userà la piattaforma nazionale del Sistema museale nazionale, realizzata da AGID per la DG Musei, che collegherà tutti i musei accreditati e anche i musei rivelati ogni anno da ISTAT. Perché creare le reti tra musei e istituti culturali Parallelamente alla verifica del possesso dei LUQV l’indirizzo normativo museale nazionale e regionale favorisce la nascita di reti e sistemi museali su base territoriale o tematica. In alcuni sistemi di accreditamento e di monitoraggio dei livelli di qualità e degli standard dei luoghi della cultura regionali, le reti e i sistemi museali assumono maggior importanza con il passare del tempo per più motivi. Il primo riguarda il raggiungimento di standard minimi da parte di strutture piccole: gli investimenti necessari per completare tutte le strutture e tutte le prestazioni del museo potrebbero rivelarsi non sufficienti in determinate situazioni, pur in presenza di beni e di reperti dal grande interesse scientifico e di valore culturale, tali da rappresentare elementi importanti dell’organizzazione del territorio. In questi casi l’adesione a una rete e a una politica di offerta integrata può aiutare a superare le carenze dei singoli musei e le prestazioni minime di standard in merito ad ambiti particolarmente critici, come gli orari d’apertura o la dotazione di personale specializzato e qualificato, attraverso opportuni accordi formalizzati all’interno della rete. Inoltre, la contrazione delle risorse resa ancora più drammatica nel post-pandemia impone un ragionamento esteso ai territori, su come presidiare il patrimonio culturale nella sua estensione e diffusione territoriale, organizzando beni e musei in strutture che abbiano l’organizzazione tale per ottimizzare le risorse economiche in entrata per garantire modalità di visita, orari e servizi all’altezza degli standard richiesti. Reti e sistemi possono diventare quindi forme di ordinamento e programmazione culturali del territorio, da incentivare nelle loro maggiori potenzialità di sostenibilità futura. Vantaggi attesi Fare parte di una rete può assicurare la razionalizzazione di risorse e strumenti e in generale può comportare l’innalzamento della qualità dei servizi e la riduzione dei costi degli stessi. Si possono così generare le cosiddette economie di scopo, di varietà o di specializzazione. I vantaggi sono organizzativi, tecnici, scientifici, promozionali ed economici. I principali sono: - aumento di visibilità e attrattività e conseguente aumento e/o migliore distribuzione della domanda museale e anche turistica; - maggiore quantità e più elevata qualità dei servizi: la rete rende possibile l'accrescimento quali - quantitativa dell'offerta di servizi anche in poli di piccole dimensioni, grazie all’opportunità di realizzare economie di scala o di scopo. La rete inoltre consente di: - effettuare investimenti ripartendo i costi tra i membri (ad es. per iniziative di comunicazione e promozione); - di usare in comune personale e dotazioni (ad es. direttore scientifico, fundraiser, esperto di marketing); - di centralizzare alcune attività (ad es. i servizi di catalogazione/digitalizzazione); - avere accesso a finanziamenti (ad es. fondi regionali/nazionali su reti o standard museali) - maggiore coesione e coordinamento di iniziative. La creazione di network museali, cioè di modelli di gestione sistemica basati su assetti organizzativi di tipo reticolare, è indispensabile perché gli oltre quattromila musei locali italiani possano creare valore per sé e per i portatori d’interesse territoriali. Un’opportunità di crescita Il Sistema museale nazionale può apparire come una complicata procedura che attua normative nazionali e regionali in realtà rappresenta una grande opportunità per i nostri musei territoriali. È innegabile infatti che le singole realtà museali soffrono di problemi quotidiani rispetto alla gestione del patrimonio, alla disponibilità di risorse finanziarie, alla qualità e alla continuità dei servizi, all’aggiornamento formativo e all’organizzazione della propria offerta culturale, minando di conseguenza lo stesso svolgimento della propria missione originaria. Aderire ad una comunità museale di pratica regionale e nazionale, lavorare all’innalzamento degli standard dei servizi al pubblico, operare alla qualificazione e all’integrazione dell’offerta culturale anche in funzione delle linee guida del Sistema Museale Nazionale promosso dal Ministero della Cultura può e deve essere visto dai nostri musei come una grande opportunità di crescita.
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