di Camilla Barberini Per Elisabetta Rogai ogni nuovo dipinto è una lettera d’amore, un tentativo per catturare l’emozione e la gioia, ma anche la sorpresa di un incontro dove trovare la bellezza. La sua curiosità la muove a rompere i confini che la società ha creato, spingendola verso nuovi territori, forme, elementi. È indubbiamente una artista visionaria, onirica ed emozionante, il suo è un universo popolato da donne, animali, cavalli, aquile e creature inquietanti dove la moda dialoga con le fiabe, ma l’artista mescola fantasia e realtà in un approccio unico alla narrazione visiva, creando immagini surreali, ma anche ironiche, leggere, sognanti, ombre in agguato e colori travolgenti che esplodono nelle sue immagini con un’energia e un’originalità che la consacrano maestro indiscusso dell’arte, di EnoArte. Progetti che nascono da “incontri”, le Istituzioni e l’Artista Elisabetta Rogai e la sua tecnica unica EnoArte, dipingere con il vino al posto del colore, per vivere un entusiasmante momento, dialogando con un linguaggio diverso – l’Arte - per parlare di grandi vini. Per l’Artista Elisabetta Rogai una serie infinita di mostre e performance live: Washington, Cannes, Venezia, Assisi, Lituania, Franciacorta, Hong Kong, Forte dei Marmi, a Palazzo Medici Riccardi a Firenze (dicembre 2014) ed è nominata “Artista dell’anno” dalla sudamericana Friends of Arts Foundation, esegue il ritratto di Oriana Fallaci per il Consiglio Regionale della Toscana, è l’unica artista donna che ha eseguito l’affresco celebrativo per i 70 anni della Scuola di Guerra Aerea di Firenze ed una “sintesi”, olio su tela, donata dal Capo di Stato Maggiore Aeronautico al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per gli 85 anni del Corpo; il “Corriere della Sera” ha scelto un suo dipinto per la prima pagina del giorno inaugurale di Vinitaly 2015. Inserita nel progetto di Innovative Thinking per Audi Italia, per la sua tecnica EnoArte e, sempre nel 2015, – anno dell’Expo, ha dipinto il Drappellone del Palio di Siena, il Palio dell’Assunta, vivendo un’emozione intensa “mai così forte in tutta la mia vita” ha raccontato, rappresentando la Madonna Assunta in cielo con un'aureola di spighe di grano con esplicito riferimento al contenuto dell’Expo Nutrire il pianeta. Esegue con la tecnica EnoArte, usando i vini Carignano del Sulcis superiore Doc "Terre Brune" ed un Tignanello dei Marchesi Antinori, il ritratto a Giacomo Tachis che viene presentato in Sardegna, a Santadi, durante un interessante incontro nel corso del quale è stato presentato un libro sulla vita del grande enologo, Giacomo Tachis – Mescolavin, pubblicato dalla Fondazione ChiantiBanca. EnoArte, una performance live per capire un vino, passando attraverso l’analisi sensoriale per interpretare correttamente colori e profumi, saper attingere alla propria memoria, arrivare a riconoscerne la grande qualità che lo trasforma in soggetto di un’opera d’Arte, il vino che diventa il “mezzo” con cui condividere momenti di piacere e allegria in compagnia, ma anche primo attore nella costruzione di un’intimità più ricercata, quella di aprire gli occhi per trattenere i ricordi. EnoArte, il vino sulla tavolozza diventa Arte Elisabetta Rogai dipinge dall’età di nove anni e la sua prima personale si tiene nel 1970, ha inoltre legato il suo nome a varie esposizioni di livello nazionale e internazionale. Le sue opere fanno parte delle più importanti collezioni private internazionali. Le opere di Elisabetta Rogai uniscono diversi aspetti del Made in Italy (arte, vino e cultura) presentati in un modo fuori dagli schemi e lontano da ogni stereotipo. Dire che il vino invecchia solo nelle cantine, matura nelle botti grandi e piccole e si affina nelle bottiglie suona ormai riduttivo. Oggi infatti il vino può evolvere anche sulla tela di un pittore, è diventata una realtà, con un nome ben preciso, EnoArte, tecnica nata nell’anno 2010. Grazie alla nuova tecnica di fissaggio naturale adottata dalla Rogai, i colori non sbiadiscono oltre una certa soglia. Dunque il vino invecchia sulla tela passando dai colori tipicamente giovanili (violacei, melanzana, porpora) a quelli caratteristici della maturità (mattone, ambra, aranciato). Di norma, in cantina questo processo richiede diversi anni, mentre sulla tela il processo si avvia già dopo un mese. La trasformazione si completa nei mesi successivi a seconda di quando viene dato il fissativo e in quale quantità. Naturalmente il vino usato per questi dipinti non è un vino qualunque, ma l’Artista usa il vino delle migliori cantine. Oggi produttori di vino, enoteche, consorzi e altri operatori del settore, richiedono un dipinto realizzato con il proprio vino, ed Elisabetta Rogai organizza una performance live in occasione di vernissage o appuntamenti enologici. Mentre dipinge, l’artista interagisce col pubblico al quale espone questa sua originalissima tecnica, avvicinandosi alla tela, i presenti possono sentire il profumo del vino, diventando un reale progetto di marketing per la cantina, esperienze comunicanti che permettono di sollecitare, in egual misura, attività sensoriali e intellettive, di rimandare a ri cordi e rivivere emozioni, dunque diffondere e valorizzare la cultura enologica e “comunicare” il vino di qualità come prodotto della terra e del lavoro dell’uomo. Ed è amando il vino che vanno fatte delle considerazioni, cercando di individuarne alcuni aspetti fondamentali, soprattutto capire che il vino rappresenta un rapporto umano che non è un bene di prima necessità, ma parlare di vino è parlare di un piacere, di un sogno, di un territorio, storie, educazione, modi di fare... Parlare di vino è soprattutto parlare di un alimento e non solo di una bevanda, ma proporre una Regione, una storia di uomini, un prodotto che necessita di una comunicazione moderna per essere “comunicato” in maniera adeguata ai tempi. www.elisabettarogai.it
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