L'adattamento teatrale di Riccardo De Luca, che richiama la vicenda della Rivoluzione Napoletana del 1799, presenta al pubblico il vero volto della rivoluzionaria Eleonora, donna, moglie, madre, oltre che mente illuminata. In un crescendo di comico e drammatico, lo spettacolo ha la sua cifra stilistica anzitutto nella interdisciplinarità, in cui la prosa si mescola alla danza e ancora al canto e alla musica, che sa diventare anche provocatoriamente pop purché, in ultimo, si consegni dirompente la carica emotiva dei fatti accaduti a Napoli in quella stagione rivoluzionaria. "Di uno spettacolo tratto dalla narrativa, come da un’opera drammaturgica, o semplicemente da una storia o addirittura dalla Storia, cosa si deve fare per esserne fedeli, conservarne lo spirito, non tradirlo? A riguardo dei film tratti dai suoi romanzi Moravia una volta disse: “Io non voglio fedeltà, voglio originalità.”
Frutto della trascrizione scenica di romanzi - “Cara Eleonora” di Maria Antonietta Macciocchi, “Il resto di niente” di Enzo Striano di entrambi buone parti "tradotte" in napoletano settecentesco - e documenti storici tra cui "Il Monitore Napolitano" e il "Manoscritto del processo di separazione”, come si è ben capito questo spettacolo narra dei fatti napoletani del 1799 con al cuore la meravigliosa figura di Eleonora Pimentel Fonseca, tuttavia cercando di rivivere quei drammatici avvenimenti con un approccio di spettacolarità che tocca generi diversificati: drammatici, comici, coreografici e musicali. Napoli tardo settecentesca, ricca di umori e fremiti libertari, è teatro dell’unica rivoluzione mai attuata in Italia e consumata con il crollo della generosa Repubblica Napoletana. Eleonora giacobino appassionato, “rea di stato”, martire politico. Eleonora intellettuale, fondatrice del “Monitore” della Repubblica, ma anche Eleonora moglie sofferta, madre negata, rievocata dunque non solo come simbolo di un’epoca e di un ideale, ma anche nel suo essere donna. E quindi "uomo". La nascita di una grande coscienza, quella di Eleonora Pimentel Fonseca, assieme alla nascita della Repubblica Napoletana, fonti e progetti di una coscienza collettiva civica che sarebbe oggi semplicemente rivoluzionaria per una collettività che non la possiede ancora: quella napoletana, quella italiana, quella europea. Stroncati ieri come oggi dall’egoismo, dal reazionarismo, dal banditismo, dal fondamentalismo, capitalistico e religioso. Una coscienza civile, politica, sociale che possedevano Eleonora e i suoi compagni cittadini della Repubblica Napoletana. Che sarebbe ora con urgenza ci corressimo dietro come loro corsero la loro vita perdendola. Con il cuore. Con civismo. Con civica espansione di cuore." Riccardo De Luca
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