![]() Nell’ambito della rassegna “Natale al Museo” del MuGesS – Museo della Gente senza Storia (Museo Civico di Altavilla Irpina) sarà inaugurata, mercoledì 27 Dicembre, la personale esposizione dell’artista beneventana Silvia Carpentieri, grafiche di suggestiva bellezza di cui Giuseppe Morante ha curato il testo critico. “Disegni in bianco e nero e colorati, nascosti e poi scoperti, rivisitati, osservati. Disegnare rappresenta per l’artista il mezzo attraverso il quale può astrarsi da ciò che la circonda e liberare la mente per riflettere, fantasticare in un gioco di polarità tra rigore logico e irrazionalità”. Due i tratti distintivi dell’arte di Carpentieri: i volti di donna e l’albero che spesso si intrecciano a formare creazioni fantastiche . “Nell’icona dell’albero – continua Morante – l’artista offre una delle massime espressioni della bellezza intesa come capacità di rivelare il tutto in un frammento e in qualche maniera si ricollega agli avi ( le radici) ai genitori (il tronco) all’oggi (nel lussureggiare della chioma).
Nei volti e nei profili di donna, probabilmente, Silvia è alla ricerca della propria identità”. “I volti sono rivolti allo spettatore, sfumati ai bordi in una spazialità indefinita e progressivamente si digradano fino a far vivere solo la sagoma degli occhi, lo sguardo, con un chiaro riferimento all’espressionismo nordico” – spiega Morante. “Silvia Carpentieri è una donna che dopo gli studi artistici ha messo da parte le sue ambizioni e si è dedicata ad alla famiglia e al lavoro – è questa l’impressione di Mario Lanzione - ma ora mette in mostra le sua grafiche che in qualche modo sono testimonianza del suo percorso di vita. Opere che testimoniano il sogno di una donna che vuole essere protagonista della sua vita attraverso il segno grafico e l’immagine. Un’ immagine che si ripete all’infinito e che rappresenta l’essenza della sua introspezione, volti che si moltiplicano nello spazio come frattali”. Molto più semplicemente - ha concluso l’autrice - “nel momento in cui ho disegnato non avevo in mente alcun piano preciso e per questo ho voluto intitolare la mia mostra ‘Libergrafie di Emozioni’, proprio a testimonianza che ogni tratto è una libera espressione del momento”.
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