MADRE DI PIETÀ
AMORE E MORTE ALL’ORIGINE DELLA CAPPELLA SANSEVERO
SCHEDA
DRAMMATURGIA E REGIA/WRITTEN AND DIRECTED BY RICCARDO DE LUCA
DALL’OMONIMO LIBRO DI/FROM THE NOVEL BY BEATRICE CECARO
CON/WITH ANTONELLA ROMANO, MIMMO CALOPRESTI,ANNALISA RENZULLI, LUCREZIA DELLI VENERI, RICCARDO DE LUCA, TINA FEMIANO, GINO GROSSI, FRANCESCO MARINO, SALVATORE VENERUSO
MUSICHE ORIGINALI/ORIGINAL MUSIC PAOLO COLETTA
COREOGRAFIE/CHOREOGRAPHIES LUCREZIA DELLI VENERI E FRANCESCO MARINO
COSTUMI E ELEMENTI SCENICI/ COSTUME AND PROP DESIGN ANNALISA CIARAMELLA
PRODUZIONE/PRODUCTION STATI TEATRALI, ANICESTELLATO MEDIA
CON IL SUPPORTO DI/WITH THE SUPPORT OF MUSEO CAPPELLA SANSEVERO, ALOS EDIZIONI, ISTITUTO BANCO DI NAPOLI -FONDAZIONE, MERCATINO FRANCHISING SRL
AMORE E MORTE ALL’ORIGINE DELLA CAPPELLA SANSEVERO
SCHEDA
DRAMMATURGIA E REGIA/WRITTEN AND DIRECTED BY RICCARDO DE LUCA
DALL’OMONIMO LIBRO DI/FROM THE NOVEL BY BEATRICE CECARO
CON/WITH ANTONELLA ROMANO, MIMMO CALOPRESTI,ANNALISA RENZULLI, LUCREZIA DELLI VENERI, RICCARDO DE LUCA, TINA FEMIANO, GINO GROSSI, FRANCESCO MARINO, SALVATORE VENERUSO
MUSICHE ORIGINALI/ORIGINAL MUSIC PAOLO COLETTA
COREOGRAFIE/CHOREOGRAPHIES LUCREZIA DELLI VENERI E FRANCESCO MARINO
COSTUMI E ELEMENTI SCENICI/ COSTUME AND PROP DESIGN ANNALISA CIARAMELLA
PRODUZIONE/PRODUCTION STATI TEATRALI, ANICESTELLATO MEDIA
CON IL SUPPORTO DI/WITH THE SUPPORT OF MUSEO CAPPELLA SANSEVERO, ALOS EDIZIONI, ISTITUTO BANCO DI NAPOLI -FONDAZIONE, MERCATINO FRANCHISING SRL
date/dates 11 luglio/july h 23.00 12 luglio/july h 19.00 luogo/venue museo diocesano – donnaregina nuova durata/running time 1h 30min lingua/language italiano/italian paese/country italia/italy |
Rassegna Stampa |
Il Narratore, che testimonia la memoria della famiglia dei principi di Sansevero, riporta alla luce la vera storia dell’origine della Cappella, mentre in scena parole, musica e danza, testimoniano la storia dei protagonisti, complici e vittime di uno dei più efferati assassinii che la storia di Napoli abbia mai subito. Nell’ottobre del 1590 Gesualdo da Venosa, marito tradito, ammazza senza pietà la moglie Maria d’Avalos e il suo giovane amante Fabrizio Carafa, colti in flagrante adulterio nel letto di nozze. Toccherà a Adriana Carafa ridare onore e dignità all’anima del figlio Fabrizio.
«Uno spettacolo – scrive il regista De Luca – dove i piani temporali e spaziali non hanno confini, fatto di immagini fuggenti, personaggi onnipresenti che si guardano e scrutano, si spiano e si rincorrono. Attori e danzatori si parlano e parlano a noi, uomini contemporanei, perché la vita e la morte, il passato e il presente, semplicemente, si confondono e ogni personaggio ha la sua musica, in omaggio a Gesualdo e ai suoi madrigali immortali».
Riccardo De Luca ha elaborato la drammaturgia dal libro di Beatrice Cecaro (discendente dei di Sangro), lunga ricognizione storica per sconfiggere il gelo del “vuoto e del luogo comune” e le false dicerie che, da sempre, hanno circondato la nascita della celeberrima Cappella Sansevero e la figura misteriosa di Raimondo di Sangro. Per riflettere sulla conoscenza, bisogna passare per l’inferno dei sentimenti umani “dal cuore nero”: come Gesualdo, dal cuore innamorato, genio musicale e marito tradito di Maria d’Avalos e Fabrizio duca d’Andria, dal cuore folle come Maria Maddalena Carafa, dal cuore spezzato come Adriana della Spina. Sono questi i protagonisti di questa storia. Adriana Carafa della Spina, progenitrice dei Sansevero, madre di Fabrizio duca d’Andria, spezzata dal dolore dell’assassinio del figlio è lei la “Madre di Pietà”, con il suo dolore e con l’immensa Pietà che ne produsse…
By giving testimony to the family of the Princes of Sansevero, the narrator brings to light the true story of the origins of the Chapel of the same name. Through music and dance, the protagonists are both accomplices and victims of one of the most merciless assassinations that Naples has ever seen. After finding his wife Maria d’Avalos and her lover Fabrizio Carafa in flagrante delicto, the cuckold Gesualdo da Venosa murders both. It is now for Adriana Carafa to reconquer the honour and dignity of the memory of her son Fabrizio.
«A performance – writes the director – in which the temporal and spatial planes are without borders; the plot is made of fleeting images, and omnipresent characters who observe, scrutinize, and listen in on what is happening. They dialogue with the present as both life and death, and the past and the present are easily obfuscated to become one and the same».
«Uno spettacolo – scrive il regista De Luca – dove i piani temporali e spaziali non hanno confini, fatto di immagini fuggenti, personaggi onnipresenti che si guardano e scrutano, si spiano e si rincorrono. Attori e danzatori si parlano e parlano a noi, uomini contemporanei, perché la vita e la morte, il passato e il presente, semplicemente, si confondono e ogni personaggio ha la sua musica, in omaggio a Gesualdo e ai suoi madrigali immortali».
Riccardo De Luca ha elaborato la drammaturgia dal libro di Beatrice Cecaro (discendente dei di Sangro), lunga ricognizione storica per sconfiggere il gelo del “vuoto e del luogo comune” e le false dicerie che, da sempre, hanno circondato la nascita della celeberrima Cappella Sansevero e la figura misteriosa di Raimondo di Sangro. Per riflettere sulla conoscenza, bisogna passare per l’inferno dei sentimenti umani “dal cuore nero”: come Gesualdo, dal cuore innamorato, genio musicale e marito tradito di Maria d’Avalos e Fabrizio duca d’Andria, dal cuore folle come Maria Maddalena Carafa, dal cuore spezzato come Adriana della Spina. Sono questi i protagonisti di questa storia. Adriana Carafa della Spina, progenitrice dei Sansevero, madre di Fabrizio duca d’Andria, spezzata dal dolore dell’assassinio del figlio è lei la “Madre di Pietà”, con il suo dolore e con l’immensa Pietà che ne produsse…
By giving testimony to the family of the Princes of Sansevero, the narrator brings to light the true story of the origins of the Chapel of the same name. Through music and dance, the protagonists are both accomplices and victims of one of the most merciless assassinations that Naples has ever seen. After finding his wife Maria d’Avalos and her lover Fabrizio Carafa in flagrante delicto, the cuckold Gesualdo da Venosa murders both. It is now for Adriana Carafa to reconquer the honour and dignity of the memory of her son Fabrizio.
«A performance – writes the director – in which the temporal and spatial planes are without borders; the plot is made of fleeting images, and omnipresent characters who observe, scrutinize, and listen in on what is happening. They dialogue with the present as both life and death, and the past and the present are easily obfuscated to become one and the same».
11 Luglio 2016, Napoli Teatro Festival Italia 2016
Le immagini di "Madre di Pietà" presso Museo Diocesano Napoli - Chiesa di Donnaregina Nuova
Ph. di Giusva Cennamo - Cubo Creativity Design
Al centro della vera storia dell’origine della Cappella Sansevero uno dei più efferati assassinii che la storia di Napoli abbia mai subito. Gesualdo da Venosa marito tradito, ammazza senza pietà la moglie Maria d’Avalos e il suo giovane amante Fabrizio Carafa, colti in flagrante adulterio nel letto di nozze. Toccherà ad Adriana Carafa della Spina, progenitrice di tutta la stirpe dei Sansevero, ridare onore e dignità all’anima del figlio Fabrizio. Sullo sfondo non la vendetta, ma la Pietas. In tutta la sua potenza. «Mi dica, caro amico, ma lei ha mai ottenuto una vittoria, una di quelle che si ottengono solo passando per l’angoscia? Questa è una della grandi questioni che Ibsen pone a base della ricerca morale. È la lunga, angosciosa ricerca della verità che Beatrice Cecaro percorre per sconfiggere il gelo del “vuoto e del luogo comune” che hanno da sempre circondato la nascita della celeberrima Cappella Sansevero che andandosi a unire alle altrettanto false dicerie sul Raimondo di Sangro, avvolgevano la Cappella e i di Sangro di un’aura sinistra. Ascoltando le sue intuizioni, analizzando tanti documenti Beatrice ottiene la sua vittoria donando alla Cappella la sua vera origine. E il cammino è spinoso, ci graffia le gambe e prima che arrivi la luce è buio, come il cuore di chi teme quella luce e si pone come rovo per quei viandanti. Che per riflettere sulla conoscenza, e poi silenziosamente allontanarsi, come tu volevi, caro Raimondo, settimo principe di Sansevero, devono passare per l’inferno dei sentimenti umani: quelli dal cuore nero, come Gesualdo, dal cuore innamorato come Maria d’Avalos e Fabrizio duca d’Andria, dal cuore folle come Maria Maddalena Carafa, dal cuore spezzato come Adriana della Spina. Ecco i grandi personaggi protagonisti di questa storia. Adriana Carafa della Spina, progenitrice dei Sansevero, madre di Fabrizio duca d’Andria, spezzata dal dolore dell’assassinio del figlio. Ma Adriana non passerà il tempo a tramare sordide vendette, semmai a cercare almeno nell’aldilà la salvezza del figlio, concretamente facendo erigere la Cappella Sansevero dal suo secondo marito Giovan Francesco di Sangro, ricucendo così le due parti del suo cuore. Quello della Madre con il suo dolore e quello dell’immensa Pietà che ne produsse. Madre di Pietà. Maria, detta poi da suora Maria Maddalena, moglie tradita di Fabrizio, mistica, religiosa, penitente, generosa con la Povertà, povera con l’Amore, violenta con se stessa fa della sua vita un’aggressiva mortificazione continua fin quando il suo cuore traboccherà di sangue folle. I suoi silenzi, le omissioni, i rancori avranno effetti tragici e finirà a guaire incontrando fantasmi, suoi compagni di sangue. Maria Maddalena è l’esemplificazione, in un mondo dove i sogni e le visioni si confondono, di quanto l’uomo sia scisso e vulnerabile. Maria d’Avalos e Fabrizio Carafa, innamorati perduti, entrambi sposati con coniugi violenti, subiranno uno dei più crudeli ammazzamenti che la storia di Napoli ricordi. E i ricordi che abbiamo di loro si perdono nella tenerezza del loro amore traditore e tradito. Gesualdo da Venosa, sì proprio lui, il genio musicale, marito tradito di Maria d’Avalos, gelido pianificatore del delitto di cui sopra, dimostrerà di appartenere a quella razza predatrice dove il sangue non è rosso. Lui è il nero assassino di Fabrizio, figlio di Adriana. Subito dopo lo vedremo rinchiudersi nel suo castello a rincorrere la sua anima come un uomo rincorre la sua ombra. Uno spettacolo dove i piani temporali e spaziali sono senza linee di confine, fatto di immagini fuggenti, personaggi fluttuanti, onnipresenti, che si guardano, che si scrutano, che si spiano, che si rincorrono nel tempo, che si parlano e parlano a noi, uomini contemporanei, perché la vita e la morte, il passato e il presente, il destino di un uomo con il destino degli altri uomini, lo spirito e la carne, le preghiere e il dolore, l’ultraterreno e l’umano, semplicemente, non si possono separare».
Riccardo De Luca
Riccardo De Luca
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